SICILIA – Arrivano nuovi dettagli in merito all’ordinanza di custodia cautelare delle scorse ore che ha fatto tremare la Sanità siciliana. Dati sulla pandemia da Covid-19 alterati, numero dei positivi, dei tamponi e dei decessi modificati e poi inviati all’Istituto Superiore di Sanità, il tutto per evitare – secondo le prime parole degli inquirenti – che la Sicilia diventasse zona rossa.
Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dai carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani, l’ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021.
I tre arrestati – la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia – sono accusati di falso materiale ed ideologico.
Tra gli indagati, però, spicca il nome dell’assessore regionale alla Sanità della Sicilia Ruggero Razza. Proprio a quest’ultimo gli è stato notificato nelle scorse ore un invito a comparire con avviso di garanzia e gli sarebbero stati sequestrati anche dei telefoni. Secondo i militari del Nas: “Sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave, è emerso il parziale coinvolgimento di Razza nelle attività delittuose del Dasoe“.
La lista dei coinvolti, però, non si fermerebbe a quattro soggetti: effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati, tra questi abbiamo il vice capo di gabinetto dell’assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo. Acquisite anche email e dati dei server dell’assessorato Regionale alla Salute.
In tutto questo, secondo quanto riportato da Ansa, il G.I.P. avrebbe dichiarato che di questo “disegno politico scellerato sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite“.