Coronavirus Sicilia, dai contagi allo “spettro” del lockdown duro. Musumeci: “Ho diritto e dovere di allarmarmi”

Coronavirus Sicilia, dai contagi allo “spettro” del lockdown duro. Musumeci: “Ho diritto e dovere di allarmarmi”

SICILIA – Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci è tornato a discutere sull’andamento dell’emergenza Coronavirus sull’isola.

Tanti gli argomenti di discussione: l’aumento repentino dei contagi in seguito alle feste natalizie, il ritorno a scuola, le vaccinazioni e lo “spettro” di un secondo lockdown.

“Il dato ci continua ad allarmare: abbiamo un leggero calo dell’Rt, ma continua a essere alto il numero dei decessi, così come continua a essere alto il numero dei contagi quotidiani”: è questo l’esordio del governatore siciliano durante un’intervista andata in onda su Rai News 24.

Da Regione nella seconda metà della classifica per numero di contagi, la Sicilia si è trasformata in una terra di focolai. La decisione di richiedere la zona rossa, attiva almeno fino al 31 gennaio, è stata purtroppo una conseguenza di numeri non proprio incoraggianti e che hanno visto la Sicilia superare perfino Lombardia e Veneto in termini di incremento giornaliero di casi Covid: “Ho diritto e dovere di allarmarmi”, ha dichiarato Musumeci.

Per quanto riguarda lo step successivo, il presidente della Regione ha le idee chiare: “Se il numero dei contagi non dovesse attenuarsi, non basterà la zona rossa ‘sbiadita’ che il ministro Speranza ci ha accordato. Saremo costretti a prendere ulteriori misure restrittive.

Di fronte alla domanda relativa al possibile “lockdown duro” in Sicilia, prospettato da alcuni esperti come unica soluzione possibile in caso di mancata riduzione dei contagi, Musumeci ha replicato: “L’ultima cosa che penserei di fare è proprio quella di chiedere un lockdown vero e proprio. Le conseguenze sociali ed economiche sarebbero pesantissime per il tessuto imprenditoriale della mia Isola, assai fragile e vulnerabile e già duramente colpito come in tutte le Regioni meridionali”.

Musumeci sa di dover agire contro i risultati della condotta irresponsabile di una minoranza di siciliani”, ma al tempo stesso dichiara di non voler perdere il contatto con la realtà economica disastrata dell’Isola: nelle prossime ore sarà convocata una seduta di Giunta per valutare la possibilità di ulteriori misure di sostegno alle imprese, che però potrebbero essere solo “briciole” rispetto a quelle che sarebbe possibile ottenere dallo Stato (un aiuto, secondo quanto dichiarato da Musumeci, sarebbe già stato chiesto e si attendono, inoltre, nuovi dettagli sui Ristori).

Sui fronti scuola e lavoro, il presidente della Regione dimostra di essere consapevole di vivere in una Sicilia ormai profondamente divisa dall’emergenza sanitaria: paura e disincanto sono i sentimenti prevalenti, che vivono in una dialettica costante e portano i cittadini allo scontro perenne ma anche alla confusione perenne delle ultime settimane.

Per quanto riguarda i vaccini, inoltre, le novità non sembrano buone: “Purtroppo le notizie non sono incoraggianti sul fronte dei vaccini. Siamo stati tra le Regioni più virtuose. La notizia della Pfizer, però, ha messo in crisi tutti”. Mentre l’Italia e l’Europa ricercano una soluzione, la Sicilia dichiara di avere già messo da parte dosi per il richiamo “per non vanificare le prime somministrazioni”.

Sulle misure restrittive, Musumeci conferma che il “lockdown 2”, così è stato ribattezzato, non è una minaccia. Vuole essere un costante appello ai siciliani alla responsabilità. Il presidente della Regione Siciliana conclude con questa frase: “La politica arriva dopo, a decidere è il virus. È il virus che comanda in questo caso”.

Video

Ecco l’intervista integrale del presidente della Regione Siciliana.

 

 

Fonte immagine e video: Facebook – Nello Musumeci