Insegnanti scuola dell’infanzia: Faraone li convoca, ma non si presenta

Insegnanti scuola dell’infanzia: Faraone li convoca, ma non si presenta

PALERMO – “Sindacati ci avete fregato“. Suonano forti e chiare le urla di protesta dei docenti della scuola dell’infanzia che si trovano in Gae ormai da decenni. 

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Un corposo numero di insegnanti, circa un centinaio, provenienti da Catania, Messina e Palermo, con relativa delegazione, convocate da Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione, si sono presentate, come da accordo, all’ufficio scolastico regionale siciliano.

L’intento era quello di ottenere ulteriori chiarimenti su una situazione ormai ritenuta ingestibile, ma per loro è arrivata l’ennesima delusione.

Faraone non si è presentato all’appuntamento per sopraggiunti “impegni istituzionali”.

La voce di questi insegnanti viene pertanto di nuovo strozzata, la loro possibilità di chiedere spiegazioni viene ancora negata.

I posti non ci sono per fare rientrare in Sicilia i docenti dell’infanzia (immessi in ruolo lo scorso anno) già dopo 1 anno (e non dopo il triennio, come precedentemente annunciato), dove trovarli? Ecco la “genialata”, partorita dall’accordo fra i sindacati ed il governo: affidare gli incarichi annuali di sostegno – per l’anno scolastico 2016/2017 – alle insegnanti senza titolo specifico e senza alcuna esperienza che vogliono subito tornare in Sicilia“, racconta una docente.

Chi se ne frega se le precarie storiche che lavorano da sempre con questi incarichi, rimarranno senza un’occupazione? Loro non esistono nemmeno, sono morte! Loro e tutte le famiglie che vivono grazie a questo lavoro e che dal prossimo anno scolastico dovranno farne a meno“.

È la morte annunciata di un’intera categoria“, che oramai da decenni si trova bloccata nella graduatoria ad esaurimento (GAE) della scuola dell’infanzia, in attesa del tanto agognato ruolo.

Il direttore generale dell’Usr Sicilia, Maria Luisa Altomonte e la segretaria di Faraone ritengono che le scelte operate siano quelle corrette. “Come potrebbero andare contro un accordo voluto da governo e sindacati, cioè da loro stessi?” affermano i docenti.

L’unica promessa, se così si vuole chiamare, è quella di istituire un tavolo tecnico per affrontare le diverse problematiche, ma allo stato attuale “non abbiamo risolto nulla, sostengono le docenti dell’infanzia.

Ciò che rimane è molta amarezza, che non si traduce in arrendevolezza. Le docenti continueranno per la loro strada, nella speranza che prima o poi qualcosa possa davvero cambiare.