Ars, in commissione approvato il referendum contro trivelle. Il Pd vota contro

Ars, in commissione approvato il referendum contro trivelle. Il Pd vota contro

PALERMO –  E’ arrivato il via libera in commissione Ambiente e Territorio all’Ars sia al ddl voto che alla proposta referendaria targata M5s contro l’art.38 dello Sblocca Italia. La proposta e il ddl, che intendono fermare un più rapido procedimento di rilascio di autorizzazioni alle compagnie petrolifere per le ricerche di idrocarburi (on shore e off shore), sono state accolte favorevolmente a maggioranza dai componenti della commissione.

Ma il voto spacca il Pd. Sono tre, infatti, i deputati del Partito democratico che questa mattina hanno votato contro, e quindi a favore delle trivelle; sono gli onorevoli Raia, Malafarina e Barbagallo. “Una conquista importante per i nostri mari e per la salute della nostra amata Sicilia”, così commenta il voto di oggi il presidente della commissione Ambiente, il deputato 5stelle Giampiero Trizzino. Il testo, che intende abrogare l’art. 38 della legge n.164 del 11 novembre 2014, passa ora in Aula.

“Riteniamo indispensabile – conclude Trizzino – che questa Regione e gli stessi parlamentari si adoperino per scongiurare le gravi conseguenze che questo articolo potrebbe provocare al territorio, considerato che tale procedimento, tra le altre cose, rende possibile il rilascio di concessioni su ampie zone di mare per un periodo complessivo che, tra le fasi di ricerca e coltivazione, e con le eventuali proroghe, può facilmente estendersi oltre i 50 anni”.

Quest’oggi inoltre, dopo aver mandato in avanscoperta l’assessore Mariella Lo Bello, il presidente della Regione Rosario Crocetta dovrebbe parlare a sala d’Ercole degli accordi sottoscritti con le compagnie petrolifere per salvare il polo di Gela. Il tema – delicatissimo a livello ambientale – è quello delle trivellazioni: lo sblocca Italia – il decreto voluto fortemente dal governo Renzi – dà ampia libertà alle estrazioni di idrocarburi dal sottosuolo. In Sicilia un fronte bipartisan si è schierato con le trivellazioni e oggi pomeriggio ci sarà un presidio – di fronte la sede dell’Ars – dei comitati siciliani No Triv.

In un documento chge verrà consegnato al presidente e ai deputati spiegano: “In tutto il territorio siciliano le popolazioni locali si stanno organizzando in comitati spontanei che, unitamente alle associazioni, istituzioni comunali e singoli cittadini, stanno dando vita ad un coordinamento regionale No Triv per portare avanti insieme e fino in fondo la battaglia contro le ricerche e le coltivazioni di idrocarburi liquidi e gassosi, on shore e off shore, a partire dalla richiesta che il parlamento siciliano vincoli il governatore della Regione Rosario Crocetta ad impugnare presso la Corte costituzionale l’articolo 38 della legge 11 novembre 2014 n.164, ex-decreto Sblocca Italia, e che venga annullato il protocollo di intesa per l’area di Gela, approvato e sottoscritto, a Roma il 06 novembre 2014, da MISE, Regione Siciliana, Comune di Gela, Eni S.p.A. ed i Sindacati di settore a causa dei gravi problemi evidenziati sullo stesso e quelli che scaturiranno dalla sua applicazione per il territorio siciliano e per le popolazioni”.

In pratica si chiede l’impugnazione del contestatissimo decreto Sblocca Italia chiedendo un referendum abrogativo. Per poterlo ottenere dalla Corte costituzionale occorrono almeno cinque regioni.

L’appello lanciato dai No Triv è stato accolto da Green Italia che sarà presente al presidio odierno. L’esponente ambientalista Fabio Granata ha dichiarato: “Renzi e Crocetta vogliono rendere più facile estrarre idrocarburi nei giacimenti presenti sul territorio nazionale e siciliano. Lo sfruttamento degli idrocarburi riveste per loro un’importanza strategica e lo stesso vale per gasdotti,i rigassificatori,i depositi di stoccaggio del gas naturale (compresi quelli sotterranei). Insomma si punta tutto sui combustibili fossili. Nonostante le fonti rinnovabili coprano una quota sempre maggiore del fabbisogno energetico, e nonostante le riserve fossili presenti nel nostro paese, secondo gli stessi dati del Ministero dello Sviluppo economico, sono ben poca cosa: insomma si vuole mettere in pericolo il nostro territorio,il paesaggio,i nostri mari senza alcun beneficio ma pregiudicando un altra idea di sviluppo basato sul turismo,la bellezza,la cultura,l’innovazione,l’agricoltura”.

“Green Italia – aggiunge Granata – si schiera al fianco dei comitati No Triv, dell’imprenditoria italiana innovativa che lavora per un futuro energetico meno caro e più pulito, e alle migliaia di cittadini consapevoli decisi a difendere i propri diritti,il proprio territorio, i propri “luoghi dell’anima”. Da Green Italia partirà una iniziativa di legge popolare che introduca finalmente il reato ambientale nel codice penale e che blocchi la liberalizzazione delle trivellazioni e delle ricerche petrolifere terrestri e marine. Intanto reclamiamo l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale delle parti dello sblocca Italia che violano lo statuto e le competenze siciliane,mai difese da Crocetta che e’sempre più nelle mani dei petrolieri”.