I pericoli su Internet sono la normalità: dai più giovani agli adulti, tutti possono essere vittime delle insidie nascoste nel mondo del web. Tuttavia, sono pochi a essere consapevoli dei rischi che ognuno si assume ogni volta che apre il proprio browser.
La sicurezza in rete è una priorità, specialmente per i ragazzi, che possono essere vittime di “trappole” dannose o perfino letali: cyberbullismo, gioco d’azzardo, sfide estreme, frode, pedofilia, sexting… L’informazione corretta sull’argomento è ormai un dovere.
Per questo, nelle scorse settimane, Facebook e la Fondazione Carolina si sono attivati, proponendo un ciclo di seminari in occasione del lancio di Get Digital, portale internazionale per la sicurezza sul web dedicato a ragazzi, genitori ed educatori.
Competenze di base sulla protezione dei dati personali, promozione del benessere digitale, digital engagement, digital empowerment e opportunità digitali: sono questi i sei pilastri su cui poggia il portale Get Digital.
Solo costruendo una rete di legalità, informazione, empatia e opportunità sarà possibile evitare che il web si trasformi in un covo di criminali informatici pronti a dare il peggio a danno di persone ignare.
Il web, come spiega Facebook nel lanciare il suo nuovo progetto, può essere anche luogo di incredibili possibilità e benessere collettivo, se si mettono in campo tutti i mezzi per garantire la sicurezza privata e pubblica. Altrimenti, può perfino diventare letale. Lo è stato per migliaia di vittime di ricatti sessuali, di bullismo sulle piattaforme social, di “giochi” finiti male o per tutte le persone rovinate da individui incontrati sul web o dal gioco d’azzardo.
La prima domanda da porsi di fronte all’intrusione sempre più evidente del web nella vita quotidiana è: “Quali sono i rischi che si corrono su Internet?”.
La lista è ampia e in aggiornamento continuo.
Il primo rischio, valido per tutti e senza violazioni, è quello di vedere violata la propria privacy. Quasi nessuno legge la normativa sulla privacy quando si collega a un sito. Certo, è più facile limitarsi a spuntare la casella accanto a “Ho letto” o “Accetto”, ma a quale prezzo?
Ricordare agli utenti di aggiornare le impostazioni sulla privacy spesso non serve: pochi si preoccupano di cosa è privato e cosa no, almeno fin quando non emerge un problema.
I confini tra pubblico e privato diventano perfino più sfumati in chat. Una persona pensa di condividere qualcosa di personale con un amico o un parente; quel qualcosa finisce nelle mani sbagliate e, in men che non si dica, diventa di dominio pubblico.
È la storia di migliaia di vittime di cyberbullismo tra gli adolescenti, di mobbing sul posto di lavoro, di sexting o revenge porn, la diffusione di foto e video “hot” per vendetta. L’età delle vittime di quest’ultimo reato si sta pericolosamente abbassando, al punto da coincidere a volte con la pedopornografia. In quel caso la giovane età delle vittime, l’innocenza “rubata” da persone senza scrupoli e la condivisione di informazioni personali possono segnare per sempre una o più vite.
La cronaca è intrisa di tristi storie iniziate sul web, legate ai fenomeni sopra citate, e finite con il suicidio o con danni fisici e psicologici per la persona colpita. I dati sul cyberbullismo, in particolare, destano una preoccupazione che nemmeno l’approvazione della legge apposita per contrastare il problema riesce a placare.
False identità, acquisti mai seguiti dall’arrivo della merce, soldi illecitamente prelevati dalle carte di credito… Anche questi reati sono comuni. La Polizia Postale è instancabile in termini di prevenzione nel campo delle frodi e del crimine informatico, ma l’ingenuità continua a essere lo strumento sfruttato dai predatori online.
Sul web si incontrano persone specializzate in truffe di ogni genere. Oggetti venduti e poi “spariti” prima di arrivare a destinazione, storie “d’amore” nate online e finite con il furto o con reati di stalking, criminali seriali e pericolosi nascosti dietro una foto da “brava persona”: queste sono cose di cui si sente parlare ogni giorno ormai. Pensarsi esenti da rischi è un errore e un’illusione dannosa.
Il gioco d’azzardo è una brutta bestia, si sa. Ha ridotto sul lastrico giovani e anziani, distrutto famiglie e rapporti d’amicizia, ostacolato rapporti di lavoro.
Da qualche anno, anche il web si è aperto a scommesse e a giochi di varia natura, dal Lotto al Poker. I problemi non si limitano a una possibile dipendenza: online si aggiungono possibili furti, perdite spropositate di denaro e problemi nel rintracciamento di dati.
Oggetto di preoccupazioni è anche il fenomeno del gaming online: una passione di molti, quella dei videogiochi, che ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni. Giocare va bene, ma con limiti e prestando attenzione alla tutela della propria privacy, ai costi nascosti e al rilascio di informazioni personali. Tutele che spesso i giocatori sconoscono o sottovalutano.
Reati come il cyberbullismo e le truffe non si fermano mai: con il Coronavirus e il (semi)lockdown, il tempo trascorso sulle pagine web è aumentato sensibilmente e nessuno dei rischi è vicino all’essere debellato.
Per il bisogno costante di aggiornarsi, a qualsiasi età, sui rischi online, Get Digital offre fonti per informarsi e siti dove trovare risposte a quesiti e soluzioni ai problemi.
Dal documento “Aiutiamo un amico in difficoltà” per individuare segni di disagio emotivo di una vittima di cyberbullismo alle informative sulla privacy, fino alla lista di siti web utili, il portale garantisce un’informazione di base che si può espandere contando su risorse esterne giorno per giorno.
Parlare di sicurezza informatica è fondamentale perché Internet ormai è la nostra vita. Dall’alba al tramonto, il web condiziona le nostre giornate, aiutandoci ma anche ponendoci di fronte a pericoli nuovi e in evoluzione continua.
Una vita non basta per imparare tutto quello che c’è da sapere, ma l’azione congiunta di giovani e adulti per prevenire i rischi e contrastare l’illegalità informatica, l’attenzione ai consigli delle forze dell’ordine e il dibattito sui fenomeni di rilievo può cambiare in meglio un futuro sempre più “invaso” dalla tecnologia e da Internet.
Foto di methodshop da Pixabay
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