PALERMO – Ricorre proprio il 7 febbraio la giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo, che – purtroppo – colpisce sopratutto vittime molto giovani di età compresa tra 11 e 17 anni. I dati raccolti negli anni, infatti, evidenziano che si tratta di un fenomeno in aumento, che va, pertanto, fermato con ogni mezzo.
In verità, se si considera la nuda e cruda questione, possiamo individuare da una parte coloro che pongono in essere condotte di tal genere, certamente censurabili e assolutamente contrarie ad ogni principio e al buon senso, dall’altro, purtroppo, vi è anche chi assiste “da fuori” a scene di bullismo e cyberbullismo e non interviene, perché non lo riguarda direttamente o per paura di ripercussioni.
Questo “silenzio” può essere la chiave di lettura del problema, quasi elevato ad emergenza mondiale. Bisogna reagire ai soprusi, qualsiasi essi siano e qualsiasi persona ne sia vittima, perché creano un enorme disagio in chi li riceve che si protrae, purtroppo, in certi casi, per tutta la vita.
La principale sede dove si verificano tali episodi è la scuola, considerata da sempre luogo di crescita e formazione, e proprio da qui si dovrebbe partire per attuare una sorta di “educazione al fenomeno”, tramite attività mirate per contrastarlo al meglio.
Da non sottovalutare anche i social network, poiché è proprio da “dietro lo schermo” che si consumano le condotte peggiori da parte di chi si sente “più forte” e tenta di prevalere su chi, invece, è “più debole“, non capendo, invece, che sta un passo – se non infiniti passi – indietro. La paura di rimanere solo, infatti, non deve riguardare le vittime di bullismo e cyberbullismo, ma chi ne è l’artefice.
Cerchiamo di combattere la prepotenza, che rende forte per un giorno, con l’umiltà che rende letteralmente indistruttibili per sempre.
Fonte Foto: ilfaroonline.it
