Oggi, 25 aprile, è la Giornata mondiale della Malaria. Istituita nel 2007 dagli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), è un’occasione per ricordare l’esistenza di malattie che, in parte a causa dell’emergenza Covid e in parte della poca attenzione mediatica, sono spesso percepite come “in secondo piano”.
Il 25 aprile, l’Oms dedica una giornata alla sensibilizzazione sul tema della prevenzione e dell’impegno politico e sociale per debellare una malattia che, se non diagnosticata e curata in tempo, può avere esito mortale.
Cos’è la malaria?
Definizione
Secondo la definizione data dall’Istituto Superiore della Sanità, la malaria è “una malattia causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium il cui ciclo biologico si svolge in due ospiti obbligati, un vertebrato, come ospite intermedio e una femmina di zanzara come ospite definitivo, detto anche vettore“.
I plasmodi responsabili della malaria si trasmettono naturalmente all’uomo mediante la puntura di zanzare infette della famiglia Anapheles, ma il contagio può avvenire anche con contatto ematico diretto.
Ormai considerata “sconfitta” da tempo nelle aree temperate, oggi è particolarmente diffusa nelle aree tropicali e sub tropicali. È endemica soprattutto in Africa, dove si registrano la maggior parte dei casi e dei decessi (tanti dei quali riguardano, purtroppo, bambini).
Sintomi
I sintomi in genere si manifestano 7-15 giorni dopo la puntura della zanzara infetta e possono essere di natura diversa: in genere, i più comuni sono febbre alta, mal di testa, vomito, brividi e altri sintomi simil-influenzali.
Gli studi sulla malaria hanno permesso di mostrare che i plasmodi che causano la malattia hanno una singolare capacità di attaccare i globuli rossi. Questo li rende capaci, nei casi di malaria grave, di causare casi di forte anemia e perfino ostruzione di capillari del cervello o altri organi vitali.
L’attacco ai globuli rossi rende la malaria, specialmente se non curata in tempi brevi, potenzialmente letale o capace di provocare disfunzioni invalidanti di varia natura.
Cure e programmi
Nella Giornata mondiale della Malaria l’attenzione degli esperti dell’ambito sanitario non può non essere concentrata sulla diagnosi e la cura della malattia.
“Una diagnosi accurata e precoce è una delle chiavi per gestire in modo efficace questa malattia”, si legge nelle pagine dell’Iss.
Sul piano della prevenzione, la chemioprofilassi, da studiare caso per caso, è indicata per molti viaggiatori in aree endemiche. Esistono anche alcuni trattamenti preventivi per categorie a rischio (come bambini e donne incinte). Lo strumento di prevenzione maggiore, naturalmente, è mettere in atto ogni procedura possibile per ridurre il contatto tra zanzare e uomo, nonché misure di protezione contro le punture di zanzara.
Esiste anche un vaccino contro la malaria, sviluppato dopo oltre 30 anni di ricerca, ma la protezione al momento risulta solo parziale e la campagna di vaccinazione in molti Paesi che lottano costantemente contro la malaria è ancora un progetto in divenire.
World Malaria Report 2020: i dati della malattia
Secondo il World Malaria Report 2020, sono stati circa 229 milioni di casi di malaria nel 2019, divisi in 87 Paesi dove la malattia è endemica. L’incidenza – il numero di casi per 1.000 persone a rischio – si è ridotta a 57 casi su 2.000 (nel 2000 erano 80). Un calo evidente, ma che non permette di parlare di emergenza finita.
Il 95% dei casi è distribuito in soli 29 Paesi. Solo in Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Mozambico e Niger si riscontra il 51% dei casi globali. Ancora una volta in Africa si concentrano anche la maggior parte delle morti (94% circa).
Sono dati che spingono a non dimenticare questa “silenziosa” emergenza sanitaria, spesso dimenticata dal mondo “occidentale” dopo la riduzione dell’incidenza in Europa e in America. Ed è quello che la World Health Organization, impegnata nella “guerra” contro il Covid, ha ricordato pochi giorni fa.
Giornata mondiale della malaria 2021
La Giornata mondiale della malaria nel 2021 come sarà? Verrà festeggiata “celebrando i risultati dei Paesi che si stanno avvicinando a ottenere l’eliminazione della malaria”, così come si legge nel comunicato ufficiale sull’iniziativa.
Applaudire ogni iniziativa positiva, concentrarsi su tutto ciò che ancora c’è da fare: è questo l’obiettivo della Giornata, nell’attesa e nella speranza di lasciare alle future generazioni un mondo più sano e vivibile.
Nonostante la lotta contro il Covid, neanche i dati del 2020 sono stati del tutto negativi: tanti Paesi malaria-free, molti progressi in terre che un tempo apparivano “senza speranza”. E questi progressi saranno al centro dell’attenzione e della cura degli esperti, un motore per sconfiggere uno dei tanti mali del nostro tempo.
Foto di James Gathany, USCDCP da Pixnio