Messina, sequestrati 170 chili di “muccu”

Messina, sequestrati 170 chili di “muccu”

MESSINA – Il personale della Capitaneria di Porto di Messina – Autorità Marittima dello Stretto, all’alba di oggi, ha sequestrato 170 chili di novellame di sarda, occultato in un furgone proveniente dalla Calabria e sbarcato all’imbarcadero di Messina.

Il sequestro del prodotto ittico

Il sequestro è stato eseguito dai militari della Guardia Costiera di Messina in applicazione delle norme in materia di contrasto all’attività di pesca illecita che ne proibiscono la cattura, la detenzione, il trasporto e la commercializzazione ed ha portato all’elevazione di una sanzione amministrativa di 10mila euro per il trasgressore.

Il novellame di sarda, dopo i necessari controlli, è stato dichiarato idoneo al consumo umano e interamente devoluto in beneficienza a istituti caritevoli Messinesi per il consumo nelle loro mense.

Perché è vietato pescare novellame di sarda

La pesca, la detenzione e il trasporto di tale specie ittica allo stato giovanile è vietato dalla normativa comunitaria e nazionale in quanto provoca un danno all’ecosistema marino e alla risorsa ittica. La pesca di questi esemplari, infatti, avviene prima del raggiungimento della maturità utile per la riproduzione e provoca un progressivo impoverimento della risorsa.

L’attività di controllo proseguirà, allo scopo di assicurare il rispetto delle normative vigenti, poste a salvaguardia non solo dell’ambiente e della salute del consumatore, ma anche del settore peschereccio stesso e del mantenimento della futura redditività della risorsa-mare.

Pescheria di Catania, la Guardia Costiera sequestra 30 kg di novellame di sarda

Sequestro simile è avvenuto la settimana scorsa a Catania, alla pescheria, dove sono stati sequestrati 30 chili del medesimo prodotto ittico. Nello specifico in un’attività di vigilanza e controllo è stata rinvenuta nella pescheria del mercato del pesce catanese la detenzione e vendita irregolare di circa 30 chilogrammi di novellame di sarda (“muccu”).

Gli operatori hanno elevato verbali amministrativi ai trasgressori e il pescato sequestrato è stato sottoposto ai previsti accertamenti di carattere sanitario da parte del personale medico veterinario dell’Asp di Catania, prima di essere devoluto in beneficenza ad enti caritatevoli.