CARONIA – Sono ormai passati mesi dal ritrovamento dei corpi di Viviana Parisi e del piccolo Gioele nelle campagne di Caronia, in provincia di Messina.
Si è parlato addirittura di archiviazione dell’indagine con la conclusione di un omicidio-suicidio commesso dalla donna, ma ancora rimangono i dubbi e gli enormi buchi lasciati da questa storia misteriosa, conosciuta come il giallo di Caronia. Un mistero che parte da quel famoso incidente sulla A20 tra l’auto guidata da Viviana e un autocarro.
Da lì non si avranno più notizie della donna e del figlio, fino al ritrovamento dei corpi. In particolare, quello di Viviana è stato trovato accanto a un traliccio ed è stato per questo ipotizzato il possibile suicidio della stessa, la quale si sarebbe arrampicata e poi buttata secondo le prime indagini. Ma anche questo aspetto della vicenda sarebbe stato smentito da una nuova perizia fatta sui resti dai consulenti della famiglia Mondello. Secondo i risultati delle analisi, la donna è sì morta a causa di un forte urto causato da una più che probabile caduta dall’alto, ma Viviana non sarebbe caduta da quel famoso traliccio.
La tesi portata avanti dagli esperti nominati dalla famiglia, riguardano intanto la non presenza di tracce sul traliccio e poi il fatto che l’ipotesi dell’arrampicamento di Viviana non regge. D’altronde, secondo le parole del criminologo Lavorino, ci sarebbe voluto un esperto per arrampicarsi e, inoltre, in estate il metallo era rovente a causa del gran caldo.
Per Lavorino si tratterebbe, dunque, di una messinscena o di un depistaggio vero e proprio delle indagini.
La sua linea è quella di escludere l’ipotesi omicidio-suicidio fin qui avanzata dagli investigatori. “Raggiungeremo presto la verità“, conclude Lavorino.
Fonte immagine Facebook