La salita dei Cappuccini, emozioni e…ritardi. Mons. Renna: “Riabitare la città di Catania da fratelli”

La salita dei Cappuccini, emozioni e…ritardi. Mons. Renna: “Riabitare la città di Catania da fratelli”

CATANIA – Un classico della festa di Sant’Agata, relativo al famoso giro esterno, è la spettacolare salita dei Cappuccini, quel tratto di strada che prende il nome dall’omonima via e che da Piazza Stesicoro sfocia su via Santa Maddalena. Una salita della “Vara” che comporta pure una “manovra” particolare del lungo cordone che vede lo stesso “tornare” indietro, dopo aver percorso via Garofalo quasi di corsa, per poi riprendere nuovamente la stessa via dei Cappuccini. Difatti, i 120/125 metri del cordone obbligano, in specifici tratti, a determinate manovre di andirivieni che permettono di fare curvare il Fercolo in tutta sicurezza così come, ad esempio, nell’altra ancora più settacolare salita: quella di Sangiuliano.

Anche ieri sera migliaia persone tra devoti, semplici curiosi e centinaia di turisti, hanno assistito al solito rito dopo aver ascoltato le parole di Sua Eccellenza Monsignor Luigi Renna dove ha ricordato quelle “parti del mondo stanno vivendo conflitti che si stanno rivelando vicoli ciechi”. A seguire il suo pensiero si è rivolto alla ragazza violentata qualche giorno fa nella Villa Bellini di Catania: “La vicinanza alla giovane fatta oggetto di violenza la sera di martedì scorso da un gruppo di suoi coetanei nella villa Bellini. Ti siamo vicini, cara nostra concittadina, e ti invitiamo a non perdere la fiducia nella vita e negli altri. A quei giovani, sette ragazzi di nazionalità egiziana, sento di dire che la donna va amata e rispettata, e non trattata come un oggetto così come una cultura erotizzata di dimensione mondiale insegna”.

Ennesimo appello anche ai cittadini di non rinunciare ad essere protagonisti dell’urgente cambiamento per la nostra Catania: “Mentre come Chiesa di Catania diciamo tutta la volontà di collaborare con l’Amministrazione Comunale, con lo Stato, e con tutto il mondo dell’Università e della Scuola perché siano superati i divari che a volte vedono la nostra città in vetta a tristi primati, come la dispersione scolastica, vogliamo indicare un modello di vita per non fuggire dalla nostra realtà, per riabitare Catania in modo nuovo. Questo modello deve far fronte alla fuga e alla rassegnazione di chi dice: «Siamo fatti così, non si può cambiare!»”.

Una esortazione seguita anche da un suggerimento di come potere attuare questo mutamento: “Da dove cominciare, quindi? Sarebbe facile dire: «dai politici», ma temo che parlare solo di loro ci faccia dimenticare che in un paese democratico tutti si devono sentire corresponsabili. Per questo dico a tutti: «Non fuggiamo dal nostro ruolo di protagonisti della vita sociale, rinunciando a pensare, a votare e lasciandoci invece guidare ciecamente dove altri vogliono portarci». Uno dei rischi del nostro tempo è il populismo che «si muta nell’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo […]. La categoria di popolo invece è aperta. Tutto ciò per “abitare da cittadini corresponsabili la nostra Catania”.

Poi finalmente, dopo un fortissimo ritardo nei tempi previsti, si è dato il via alla salita che vedeva centinaia di devoti, vestititi con il classico sacco bianco, trainare a passo veloce l’enorme Fercolo, una massa bianca muoversi all’unisono come fosse un corpo unico accompagnata dalle solite urla del “semu tutti devoti tutti…cittadini…cittadini…evviva Sant’Agata”.

Ore e ore di attesa per un emozionante evento di pochi minuti, ma anche questo lo si può fare rientrare in un classico della festa dove c’è sempre un’enorme sproporzione tra il sacrifico dell’attesa e l’evento in sé come, ad esempio, oltre le due famose salite, i fuochi d’artificio in piazza Palestro e al Borgo e, tutta questa attesa, rigorosamente in piedi, al freddo, tra inevitabili sgomitate, spinte e un muro umano che spesso ti permette di vedere poco.

Ieri sera, però, si è davvero esagerato considerando che il momento della salita ha avuto luogo alle 22:00, mentre nel recente passato ci si aggirava tra le 18:30 e al massimo le 20:00 senza rispolverare i vecchi orari quando il tutto si svolgeva tra le 16:30 e le 17:00. Ma parliamo di preistoria della festa e se oggi tanto è migliorato, vedi compostezza durante la messa dell’Aurora, per ciò che riguarda il rispetto dei tempi delle tappe più significative dell’intero percorso, fino adesso, è stato sempre un inarrestabile scivolare nel… sempre più tardi che ha comportato, nel nostro caso, il rientro della Santa in Cattedrale alle 07:57! Rimediare a tutto ciò non sarà semplice, ne siamo coscienti, provarci però è un dovere di tutti noi, fedeli sì, ma…senza approfittarne della bontà di chi ama davvero la sua “Santuzza”.