L’associazione “Iuris di Giurisprudenza” ricorda la strage di Via D’Amelio con Salvatore Borsellino e il Movimento delle Agende Rosse

L’associazione “Iuris di Giurisprudenza” ricorda la strage di Via D’Amelio con Salvatore Borsellino e il Movimento delle Agende Rosse

CATANIA – Giorno 13 ottobre alle ore 16,30, nell’Auditorium ex Chiesa della Purità,  si è svolto il seminario intitolato “L’evoluzione dell’antimafia: la cultura della legalità”.

Sulla scia degli insegnamenti del giudice Paolo Borsellino, l’associazione universitaria “Iuris Giurisprudenza” ha svolto, in collaborazione con il dipartimento di Giurisprudenza, un “viaggio”, come lo hanno definito i moderatori, nonché studenti dell’università di Catania, Claudia Risiglione e Fulvio Sanfilippo, che ripercorre il periodo stragista di Cosa Nostra, con particolare attenzione sulle stragi di Capaci e Via d’Amelio.

È stata più volte evidenziata l’importanza di queste tematiche soprattutto in correlazione con noi giovani poiché: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”

A portare i saluti dell’Università di Catania, la prof.ssa Valeria Scalia, delegata del Dipartimento di Giurisprudenza, che ha ringraziato gli organizzatori e i presenti.

Molteplici i temi trattati legati ai misteri dell’uccisione di Paolo Borsellino e della sua scorta, dalla sparizione dell’agenda rossa del giudice Borsellino alla mancata verità sulla strage per citarne alcuni.

La discussione ha visto protagonisti, in presenza, la coordinatrice del Movimento delle Agende Rosse Catania, Serena Iuppa e il coordinatore del Movimento delle Agende Rosse Paternò, Pierpaolo Nicotra e, da remoto, il cofondatore del Movimento delle Agende Rosse nazionale nonché autore dell’inchiesta indipendente sulla sottrazione dell’agenda rossa, Angelo Garavaglia Fragetta.

Incisiva e commovente è stata la testimonianza del fratello di Paolo, Salvatore Borsellino che ha sottolineato quanta strada ancora c’è da fare per avere la verità sulla morte del fratello Paolo. Parole seguite da un lungo e sincero applauso dei presenti.

Come definisce una sentenza, il depistaggio di Via d’Amelio è il più grande depistaggio della storia italiana”, così commenta il cronista giudiziario e corrispondente per il Fatto Quotidiano, Giuseppe Lo Bianco, che continua affermando: “un popolo che non chiede di conoscere la verità sulla propria storia è un popolo condannato a ripetere”.

Nella seconda parte dell’incontro alcuni studenti sono intervenuti raccontando cosa significhi per loro la lotta alla mafia e il compito che deve avere la società civile.

A chiudere il seminario Alessio Liberti, fondatore dell’associazione “Iuris Giurisprudenza” e Consigliere d’Amministrazione dell’Università di Catania che, ringrazia tutti i presenti e afferma: “Noi oggi lasciamo in ognuno di voi la consapevolezza di quella che è stata la lotta alla mafia e il nostro lavoro non termina oggi come associazione e non termina oggi come studenti e individui”.

Articolo a cura di Antonino Guglielmino e Giada Pagliari

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