Catania, Funzione pubblica Cgil “provata ma non piegata”

Catania, Funzione pubblica Cgil “provata ma non piegata”

CATANIA – Sei anni senza rinnovo nazionale del contratto collettivo, tagli al settore pesanti e con gravi ricadute, ma anche una gran voglia di lottare per diritti che non possono scomparire in nome della crisi. Sala strapiena di lavoratori del pubblico impiego e tanti posti all’impiedi stamattina all’incontro tenutosi nei locali della Provincia in occasione delle elezioni per le RSU che si terranno il 3,4,5 marzo prossimi. Sono intervenuti Gaetano Agliozzo, segretario FP CGIL di Catania, Giacomo Rota, segretario generale Cgil Catania, Michele Palazzotto segretario generale Fp Cgil Sicilia, Salvatore Chiaramonte segretario nazionale Fp Cgil.

È di certo il momento più opportuno per rilanciare il ruolo rsu nei posti di lavoro e non a caso il confronto si è tenuto nella sala della Provincia regionale di via Nuovaluce. L’ente è un luogo simbolo che interessa questo processo di riordino e riforma della Regione che però sembra non sapere ancora cosa intenda fare nonostante ad aprile scadano i commissari in carica. La Cgil si spende da tempo e lo farà ancora in direzione di tutela del riordino della pubblica amministrazione“, dice Gaetano Agliozzo.

Il segretario generale della Funzione pubblica ricorda che gli interessati al voto del 3, 4 e 5 marzo prossimi, sono circa 16 mila lavoratori: la Cgil ha presentato 230 candidati in 87 posti di lavoro. Michele Palazzotto ha colto l’occasione per ricordare “le battaglie in corso del sindacato siciliano sul fronte sanità” (inevitabile il riferimento al caso della piccola Nicole, definitoil prezzo pagato per la mancanza di un chiaro riferimento nei servizi“) ma anche “il mancato progetto di riforma nel riordino delle Province“.

Per il segretario nazionale, Chiaramonte, “il segnale che arriverà dalle urne della Cgil sarà forte e arriverà sino al Governo nazionale“.

CGIL

Il segretario generale della Cgil, Rota, ha sottolineato che “il lavoro pubblico è stato duramente svilito dai governi nazionali che si sono succeduti, privato per 9 anni del rinnovo del contratto nazionale e più volte attaccato, nonché depauperato anche del potere d’acquisto. Il lavoro pubblico va rimesso in campo e con questo rinnovo di Rsu è arrivato il momento di dare una risposta di democrazia partecipando al voto. Voto che dimostrerà come la Cgil sia radicata nel territori“.