Sicurezza sul lavoro, anche nel primo scorcio del 2024 Catania si conferma “maglia nera”

Sicurezza sul lavoro, anche nel primo scorcio del 2024 Catania si conferma “maglia nera”

CATANIA – Anche nel primo scorcio del 2024, Catania, purtroppo, si conferma la provincia dove viene denunciato il più alto numero di infortuni sul lavoro: i dati Inail al 31 gennaio indicano 499 casi (+45 rispetto al 2023), il 27 per cento del totale regionale.

La provincia etnea conferma il triste primato del 2023, tra i territori isolani dove si è segnato il maggior andamento infortunistico: oltre un quarto del totale regionale.

Maglia nera per Catania

È un dato che conferma anche la preoccupazione della Cisl – afferma Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – che, insieme alle nostre federazioni di categoria, abbiamo ribadito nella manifestazione regionale del 5 marzo, nel quadro della mobilitazione nazionale ‘Fermiamo la scia di sangue’, per sostenere la piattaforma/decalogo che la Cisl ha presentato al governo nazionale“.

Uno dei punti della piattaforma proposta dalla Cisl è il potenziamento del personale degli organi di vigilanza, ispettori e medici, e il collegamento delle banche dati tra Spresal e Ispettorato del lavoro.

A Catania, per esempio – spiega Attanasio – il personale impegnato nei controlli è insufficiente e oberato di lavoro: solo 9 ispettori per oltre 90mila imprese, di cui due dediti al settore dell’edilizia“.

Le precisazioni del segretario Cisl

Ma, qui come nel resto d’Italia, non è solo questione di numeri – precisa il segretario – è anche una questione di cultura della prevenzione e va affrontata prima possibile. Bisogna puntare sull’informazione e sulla formazione, a partire dall’età scolare, con formazione curricolare nei vari gradi di istruzione. Vanno potenziati i responsabili per lavoratori per la sicurezza, definiti gli obblighi formativi per tutte le figure e promosso l’addestramento svolto da personale qualificato di organismi accreditati e certificati per qualità“.

Per la Cisloccorre prevedere anche per i grandi appalti privati, le stesse garanzie di qualità, trasparenza, responsabilità e regolarità contributiva prevista per gli appalti pubblici e il controllo nei possibili subappalti“.

Va poi stabilito un sistema di qualificazione delle imprese – sottolinea Attanasio – partendo da uno strumento come la patente a punti. Occorre sottoscrivere un patto di responsabilità tra sindacati-istituzioni-imprese, per rafforzare le normative con la concertazione e garantire la loro applicazione con la buona contrattazione“.

“Anche per evitare negligenze dovute a cambi di appalto o di contratto, per cui spesso i lavoratori si ritrovano addirittura senza adeguati dispositivi di sicurezza insieme a contratti diversi che generano un bug nel sistema della sicurezza, oltre al dumping salariale e contributivo. In questo quadro generale potranno giocare un fondamentale ruolo gli enti bilaterali per la sicurezza“, conclude.