Il caso di Kimba, il leone fuggito dal circo di Ladispoli per qualche ora di libertà

Il caso di Kimba, il leone fuggito dal circo di Ladispoli per qualche ora di libertà

LADISPOLI – Non è affatto passata inosservata la fuga di Kimba, il leone “evaso” ieri dal circo di Ladispoli, in provincia di Roma, e catturato a distanza di qualche ora.

Se per molti potrebbe essersi trattato di un gesto casuale e privo di importanza, c’è chi dietro questo insolito episodio ha visto qualcosa di più. Forse proprio un desiderio di libertà, decisamente incompatibile con la vita destinata agli animali da circo.

Perché con la fuga del leone si tocca un tasto dolente

Il tentativo dell’animale di far perdere le proprie tracce ha nuovamente puntato i riflettori sullo sfruttamento degli animali nei circhi. Una questione che per molti rappresenta un vero e proprio tasto dolente, che più volte nel corso degli anni si è inspiegabilmente cercato di ignorare, ma che poi alla fine – in un modo o nell’altro – torna sempre al centro del dibattito.

In allarme, tra i tanti, anche gli animalisti che hanno definito l’accaduto un segno tangibile del disagio vissuto quotidianamente dagli animali da circo, costantemente sfruttati e privati della loro libertà.

Scoppiano le polemiche

Considerando la delicatezza del tema, è bastato ben poco per alimentare l’ondata di polemiche già presente da anni, ma mai veramente risolta. È intervenuto nella questione proprio il sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando, che – una volta venuto a conoscenza della fuga del felino – aveva suggerito ai cittadini del comune di limitare gli spostamenti.

Per quelli che cominceranno a chiedere: perché ancora fate venire a Ladispoli il circo con gli animali? Perché il sindaco ha autorizzato il circo? La risposta – afferma il primo cittadino – è che io non ho autorizzato nulla, non spetta a me farlo, e che purtroppo non possiamo vietare ai circhi con animali di venire nella nostra città“, ha spiegato il sindaco cercando di prevenire le inevitabili polemiche che poco dopo la fuga del leone avrebbero coinvolto anche lui.

Poi ha proseguito: “Nel 2017 ci abbiamo provato ma abbiamo perso il ricorso al TAR e abbiamo anche dovuto risarcire le spese legali ai ricorrenti. Finché non cambieranno le norme non potremo fare diversamente“.

Dopo la cattura del leone desideroso di qualcheora d’aria“, il sindaco è tornato sull’argomento: “Spero che questo episodio possa smuovere qualche coscienza, e che finalmente – ha concluso – si possa mettere la parola fine allo sfruttamento degli animali nei circhi“.