Vanessa Zappalà, parla il carabiniere che aveva arrestato Tony Sciuto: “Come un fratello maggiore”

Vanessa Zappalà, parla il carabiniere che aveva arrestato Tony Sciuto: “Come un fratello maggiore”

CATANIA – “È come se avessi perso una sorella minore. La morte di Vanessa mi ha lasciato un vuoto enorme”, queste sono solo alcune parole del luogotenente Corrado Marcì.

Il rapporto fra Vanessa e il comandante della stazione di Trecastagni, il paese dove viveva la vittima, è stato quello che ha consentito alla ragazza di resistere nella tempesta della paura, ma che non poteva bastare per salvarla.

Vanessa chiamava e Marcì rispondeva al cellulare, a tutte le ore del giorno, – questo quanto raccontato dai colleghi del Corriere della Sera – la linea era sempre aperta e diretta, senza passaggi intermedi o centralinisti a fare da filtro, così come prevede il protocollo per il codice rosso.

A volte Vanessa al telefono con il carabiniere non riusciva a trattenere le lacrime. “Un sant’uomo, un padre di famiglia”, come lo ha descritto Carmelo, il papà di Vanessa.

Per Vanessa lui era qualcosa di più che un semplice carabiniere, era un fratello maggiore. Pare che il militare le desse dei consigli per tentare di proteggersi dall’ex, Tony Sciuto.

“Non uscire da sola e non frequentare posti isolati, questa la raccomandazione più importante di tutte, consiglio che la dolce Vanessa ha seguito con cura anche quando quella maledetta sera è uscita ad Acitrezza con la cugina e due amici, nonostante la paura e l’angoscia, il magone dentro al cuore che per molto tempo l’ha costretta a rinchiudersi in casa. Purtroppo non è bastato.

Marcì si è reso conto dell’incubo in cui era caduta Vanessa, vedeva i video sul suo telefonino che ritraevano l’ex durante i suoi appostamenti, lui stesso ha arrestato Sciuto lo scorso giugno, quando Vanessa lo aveva visto sgommare sotto casa in macchina, raccogliendo poi le testimonianze della ragazza: “Ero terrorizzata, sono scesa in garage, ho parcheggiato l’auto e nel frattempo ho chiamato il comandante”.

Dopo tre giorni ai domiciliari, però,  il giudice per le indagini preliminari gli impose il solo divieto di avvicinamento.

Persino nel suo ultimo momento di vita Vanessa ha cercato conforto e coraggio nel suo “fratello maggiore”: “Vattene via perché chiamo il maresciallo“, queste infatti sono state le ultime parole di Vanessa prima di morire. Un ultimo atto di coraggio, ancora una volta una denuncia, come poche donne riescono a fare. Con la fine che purtroppo molte donne hanno già fatto.