Anziani vittime del Covid: l’allarme per case di riposo e Rsa, le proposte e l’appello Amnesty

Anziani vittime del Covid: l’allarme per case di riposo e Rsa, le proposte e l’appello Amnesty

SICILIA – Gli anziani sono senza dubbio il gruppo che ha pagato maggiormente a causa dell’emergenza Coronavirus in Italia e nel resto d’Europa.

Nel giro di pochi mesi, migliaia e migliaia di persone hanno perso la vita a causa della pandemia. Buona parte di queste (84.270 uomini e 94.163 donne solo nel periodo compreso tra marzo e maggio 2020, secondo fonti Istat) sono persone over-65. Anziani che, spesso, sono ospiti di strutture di cura o residenze. La regione più colpita sembra essere stata la Lombardia, ma nessuna regione sembra esente dal problema: anche la Sicilia, infatti, ha registrato diversi focolai e, specialmente all’inizio, conseguenze negative per carenza di mezzi.

Le conseguenze in termini di focolai sono state estremamente drammatiche, a al punto da sollecitare perfino Amnesty International, che ha redatto un report (visualizzabile qui) e proposto un appello al Ministero della Salute per rafforzare le misure di contenimento del virus all’interno delle strutture che ospitano anziani e/o diversamente abili.

Coronavirus e anziani: la situazione in Sicilia

Secondo quanto emerge dal rapporto Amnesty, in Sicilia si sono registrati oltre 10mila decessi tra la popolazione di età superiore ai 65 anni (5.109 uomini; 5.781 donne) nel periodo compreso tra marzo e maggio. Tanti sono andati via dopo essere risultati positivi al Covid.

In Sicilia, la popolazione anziana supera il milione di persone (come si può osservare nella mappa in basso). La loro tutela si rende necessaria, soprattutto riducendo al minimo le possibilità di contagio. Per questo, specialmente negli ultimi mesi, l’invito del Governo è sempre stato quello di ridurre il più possibile i contatti diretti con gli anziani (tranne naturalmente per ragioni di assistenza e necessità), perfino nei momenti di festa come il vicino Natale.

Fonte: Amnesty – riportato da Istat

Sono ben 12.704 gli ospiti in strutture di residenza per anziani. E per loro sono necessarie ancora più tutele, dato che i contatti con gli altri, la convivenza con un gruppo significativo di persone (tra ospiti, operatori e familiari in visita quando permesso) e la fragilità fisica data dall’età avanzata costituiscono fattori di rischio particolarmente rilevanti nel ben mezzo di una pandemia.

Tanti anziani sono morti perché già in condizioni critiche (purtroppo) o tormentati da patologie precedenti, altri hanno subìto gravi conseguenze a causa del virus. Sicuramente l’attenzione è stata massima da parte delle autorità competenti. Tuttavia, carenze di personale e di dispositivi di protezione, così come momenti di “distrazione” o di abbassamento dell’allerta di fronte alla riduzione dei contagi, si sono registrati spesso in Sicilia come nel resto d’Italia.

E chi di competenza ha scelto la via del confronto e del dialogo per porre fine a una potenziale “strage” di anziani.

Rsa e tutela degli anziani in emergenza sanitaria: le proposte di Amnesty

Il “grido d’allarme” lanciato dagli operatori delle Rsa, dai familiari degli ospiti e dagli anziani residenti in struttura non lasciano indifferente Amnesty, che chiede al ministero della Salute di garantire a livello nazionale:

  • che le decisioni di natura medica siano sempre ed esclusivamente basate su valutazioni cliniche individualizzate, sulle necessità mediche, su criteri etici e sulla migliore evidenza scientifica disponibile;
  • pieno accesso a tamponi frequenti e regolari nei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per gli ospiti, per il personale sanitario e per i visitatori;
  • la fornitura adeguata e continuativa di Dpi alle strutture e la garanzia della formazione del personale sul loro scopo e utilizzo corretto;
  • che i datori di lavoro – siano essi pubblici o privati – forniscano al personale adeguati Dpi e mettano in atto misure di prevenzione e controllo delle infezioni in linea con gli standard internazionali;
  • che sia garantita l’effettiva priorità del personale delle strutture nell’accesso tempestivo e frequente ai tamponi, per la sicurezza propria, delle loro famiglie e di coloro dei quali si prendono cura;
  • un meccanismo adeguato per valutare la capacità delle strutture nel fornire un’adeguata prevenzione e controllo delle infezioni, nell’isolare efficacemente ospiti nuovi o riammessi e di limitare il più possibile il movimento del personale tra le strutture, nel fornire cure adatte ai residenti con Covid-19;
  • l’accesso pieno e paritario agli ospedali e ai servizi sanitari per i residenti delle strutture;
  • che le linee guida per le visite nelle strutture mettano al centro l’interesse degli ospiti, tenendo conto delle diverse fonti di esposizione al rischio e delle possibili misure di mitigazione del rischio;
  • presenza e coinvolgimento adeguati del settore dei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane nei processi di pianificazione e decisionali relativi a istanze che riguardano gli ospiti a tutti i livelli;
  • che le strutture assicurino che i residenti anziani siano in grado di comunicare regolarmente con le loro famiglie e che le famiglie siano mantenute informate sulle condizioni dei propri parenti.

La lista delle proposte, tratta integralmente dalla pagina Amnesty dedicata alla nuova campagna (clicca qui per visualizzare), si accompagna a un appello alle autorità, ai preziosi dipendenti delle Rsa e ai familiari degli anziani in residenze per tutelare il più possibile chi ne ha particolarmente bisogno in un momento così difficile.

Immagine di repertorio da Pixabay