Uomo sparato alle gambe a Siracusa, c’è un arresto

Uomo sparato alle gambe a Siracusa, c’è un arresto

SIRACUSA – La Squadra Mobile di Siracusa ha arrestato Giovanni Merlino, 37 anni, e un presunto complice di 40 anni, sospettati di tentato omicidio, porto di armi illegali e ricettazione.

Le indagini hanno rivelato un legame personale dietro l’aggressione avvenuta ieri pomeriggio.

La vittima, un uomo di 49 anni, è il compagno attuale dell’ex fidanzata di Merlino. Il 49enne è stato colpito da colpi di arma da fuoco alle gambe da un uomo che si trovava su un’auto condotta da un complice.

Le immagini del sistema di videosorveglianza mostrano Merlino sparare da dietro alla vittima, che è poi caduta a terra. Gli investigatori hanno rapidamente bloccato l’auto e arrestato il conducente. Poche ore dopo, Merlino si è consegnato alla Questura.

La vittima, che era soggetta a una misura cautelare per evasione dai domiciliari, è stata arrestata e attualmente è sotto sorveglianza in ospedale.

Mazzette per la sepoltura nelle cappelle di altri defunti: in manette direttore del cimitero

“Terremoto” ieri sempre nel capoluogo aretuseo. La polizia della Squadra Mobile ha arrestato il direttore del cimitero comunale di SiracusaFabio Morabito, e un operaioMarco Fazzino, in seguito a un’ordinanza di arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Siracusa.

Morabito e Fazzino sono accusati di diversi reati, tra cui la persuasione indebita, l’abuso d’ufficio, la falsificazione di documenti e la sottrazione di cadaveri, con lo scopo di guadagnare indebitamente più di 60mila euro.

Le indagini sono state avviate a seguito di una denuncia da parte di una persona che, durante le festività natalizie del 2019, ha scoperto che la cappella di famiglia del cimitero comunale, dove erano state tumulate le salme dei propri cari, era occupata da altri defunti.

Le investigazioni hanno rivelato un sistema consolidato attraverso il quale Morabito e Fazzino abusavano delle loro funzioni, ingannando i privati che avevano bisogno di dare sepoltura ai loro cari e costringendoli a pagare somme di denaro per evitare lunghi processi di assegnazione legale dei loculi e delle cappelle. Questo per trarre un profitto ingiusto.