Catania, scatta l’ora di Novellino: “Lavoriamo sulla testa dei giocatori, io sia sergente di ferro che psicologo”

Catania, scatta l’ora di Novellino: “Lavoriamo sulla testa dei giocatori, io sia sergente di ferro che psicologo”

CATANIA – Il Catania volta pagina. Dopo l’esonero di Andrea Sottil da allenatore della prima squadra, la società rossazzurra ha ufficializzato l’arrivo di Walter Novellino, tecnico di esperienza e dal grande carisma, per dare finalmente la svolta positiva tanto sperata alla squadra.

L’ex allenatore dell’Avellino si è presentato alla città in occasione della conferenza di stamattina che si è tenuta a Torre del Grifo, “quartier generale” della società etnea: “L’altra sera è stato il direttore Lo Monaco a chiamarmi. Non mi interessa la categoria, quando ho sentito il nome di Catania ho accettato subito. Non ho perso nemmeno un minuto. Negli anni ’80 ho pure giocato qui, abitavo ad Aci Trezza. Se sono venuto qua, sono consapevole che questa è una piazza dove si vuole vincere. Una piazza straordinaria che merita molto più della Serie C“.

Conosco quasi tutti i componenti della rosa. Dove può arrivare il Catania? Dobbiamo giocare partita per partita, è un campionato abbastanza anomalo. Questa squadra ha possibilità di fare bene, ha dei giocatori importanti come Lodi, Biagianti, Marotta e Curiale che a me piace molto, così come gli esterni. Bisogna dare fiducia, creare i presupposti per fare capire che ogni partita per noi è un passaggio di un turno, dobbiamo riuscire a fare più punti possibili“.

Negli argomenti tattici i giocatori sono ben preparati“, ha sottolineato il nuovo tecnico rossazzurro. “Tutti noi allenatori lavoriamo quasi alla stessa maniera ma c’è un’esperienza diversa. Hanno bisogno di essere aiutati mentalmente. Un giocatore che viene a Catania sa che deve vincere il campionato. Ovviamente le difficoltà ci sono. È possibile che le altre squadre si chiudano quando incontrano il Catania ma ognuno di noi deve prepararsi la propria partita“.

Ognuno di noi quando viene a Catania sa che non ha davanti una squadra di questa categoria. Si sapeva già dalla scorsa estate che sarebbe stata una squadra costruita per andare in Serie B, ma si trova in questo campionato per delle difficoltà. C’è un obiettivo da raggiungere. Non si scala una montagna a tutta velocità, ma bisogna comunque scalarla. Il sistema di gioco? Ho sempre vinto con il 4-4-2, ma adesso il modulo conta relativamente. Bisogna lavorare sulla testa dei giocatori. Sono un sergente di ferro? Sì, ma voglio essere anche psicologo. Diciamo una via di mezzo“.