QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
Quante volte diamo per scontata una determinata caratteristica, perché ne abbiamo goduto sin dalla nascita?
Ad una persona comune apparirebbe strano vivere senza uno dei cinque sensi, eppure esiste chi si trova in questa condizione da sempre o chi ha dovuto farvi l’abitudine adattandosi ad un nuovo stile di vita: dal momento che essere sprovvisti di un senso preclude un tipo di percezione della realtà, si tende ad affinare le altre facoltà e ciò porta a sviluppare una singolare sensibilità e attenzione riguardo le piccole cose. Pertanto, quello che potrebbe essere banale per noi, non lo è affatto per loro.
Per chi soffre di cecità, una semplice passeggiata può apparire molto particolare; a tal proposito, si può citare l’istituto dei ciechi di Milano, che offre la possibilità a chiunque, di vagare per le strade della città da bendato; il percorso, chiamato Dialogo nel buio, avviene in presenza di una guida non vedente e di un cane-guida. E’ un’esperienza molto impattante a livello sensoriale: chi prova, esce dalla propria quotidianità immedesimandosi in qualcuno che non può ammirare il colore del cielo o degli edifici di un paese. Si sviluppano altre capacità, poiché ci si focalizza su dettagli che nella condizione normale non verrebbero notati: come riconoscere da dove proviene il rombo di un’auto per capire quanto sia vicina, fare affidamento al proprio olfatto o al tatto per avere un’idea di cosa si abbia davanti. La realtà, adesso, rivela una prospettiva nuova ed è come se il mondo ci parlasse in una lingua che solo ora siamo in grado di intendere. E durante tutto il tragitto, si è affiancati da qualcuno che può comprendere i nostri stati d’animo: la guida, infatti, ha la funzione di dare una spiegazione a tutte le sensazioni che vengono avvertite e di indicare piccoli consigli da “maestro ad allievo”.
Per questi soggetti, la vita viene resa diversa anche da ostacoli ed una mano tesa per superarli è rappresentata proprio dall’istituto, fondato nel 1892, finalizzato ad operare per “la piena integrazione scolastica, lavorativa, sociale e culturale dei ciechi”; il percorso forma la singola persona attraverso alcuni valori, quali: l’uguaglianza delle possibilità e opportunità, l’educazione, l’autonomia e la solidarietà.
Nel pratico, il soggetto viene analizzato nella sua unicità per creare un percorso personalizzato e su misura, in modo da valorizzarlo al meglio; non viene trascurato assolutamente il coinvolgimento della famiglia che viene resa partecipe, così che possa toccare con mano i progressi del parente ed essere utile alle guide nel trovare gli strumenti ideali. (istciechimilano.it)
I non-vedenti nel corso degli anni hanno subito una grande forma di emarginazione che attualmente è più ridotta, ma pur sempre esistente; i veri ciechi però, sono coloro che non vedono l’autentica realtà, quella in cui i non-vedenti svolgono degli impieghi, quali il centralinista, il fisioterapista o il musicista e sono capaci di creare bellezza e arte.
RIZZO NICOLE 2^A , ISTITUTO CONCETTO MARCHESI – MASCALUCIA (CT)
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