Criticità servizio sanitario pubblico: serve riorganizzazione urgente

Criticità servizio sanitario pubblico: serve riorganizzazione urgente

Le criticità del prezioso servizio sanitario pubblico sono sotto gli occhi di tutti. Risulta evidente come la medicina generale sia da riorganizzare, quella ospedaliera da rivedere per ruolo e funzioni ad oggi svolte.

Non è ancora oggi dopo tantissimi anni diventato patrimonio culturale comune che la medicina territoriale ed ospedaliera devono essere complementari ed indissolubili. Il medico di medicina generale non può più essere un solista ma deve affiancarsi ad altri professionisti della sanità con personale dipendente.

Ancora irrisolto è il nodo della integrazione territorio ospedale nonostante i numerosi anni trascorsi.

L’assistenza primaria è il punto di ingresso al s.s.n., quindi, il primo punto di accesso e di riferimento dei cittadini. In relazione alle figure molteplici presenti nel territorio, nonché alla diversità delle strutture sanitarie presenti, risulta essere strategico il ruolo purtroppo mancato del distretto sanitario nel territorio.

L’assistenza primaria risulta essere il primo fondamentale costante punto di contatto delle persone con il sevizio sanitario nazionale. Ne deriva che i servizi di assistenza primaria devono essere facilmente accessibili e fruibili per i cittadini nel corso dell’anno.

Il rapporto fra mmg ed assistito è fiduciario, tuttavia per integrare le varie figure professionali e sanitarie interagenti si deve adottare un modello di lavoro multi professionale.

L’assistenza primaria collabora con l’emergenza territoriale, con i dipartimenti territoriali di prevenzione e salute mentale, con la specialistica ambulatoriale e stabilisce rapporti con le farmacie e gli ospedali per la preospedalizzazione e le dimissioni protette.

Integrarsi e scambiare informazioni è essenziale anche attraverso l’utilizzo di tecnologia fra le varie figure coordinando in tal modo le attività di prevenzione, promozione ed educazione alla salute oltre che la diagnosi, cura e riabilitazione.

La continuità assistenziale deve operare specie per le cronicità e per la non autosufficienza in integrazione con la medicina di famiglia, con i servizi sociali, assistenziali ed educativi del territorio. L’assistenza primaria fornisce anche servizi nella fase terminale della vita con l’ausilio di servizi all’uopo dedicati.

Notevole è la divaricazione fra i bisogni e le aspettative delle persone con l’offerta dei servizi in concreto offerti nel territorio. Potenziare e riorganizzare l’assistenza primaria risulta essere prioritario e le esigenze principali sono il riequilibrio fra ospedale e territorio. Territorio non adeguato significa ospedale non adeguato in quanto si carica di interventi a bassa complessità che non gli competono venendo meno alle sue reali funzioni.

L’invecchiamento con aumento delle malattie croniche determina la necessità di una riorganizzazione urgente del sistema sanitario, pena la implosione dello stesso.

Domenico-Grimaldi