Può ruotare tutto intorno ad un pollice in su?

Può ruotare tutto intorno ad un pollice in su?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

La felicità per gli adolescenti consiste nella popolarità all’interno del web

È incredibile come, nel 2018, ci si senta simili ai gladiatori dell’antica Roma, la cui vita dipendeva dal giudizio dell’imperatore e della folla. Se l’imperatore ruotava il pollice verso l’alto, il gladiatore era salvo, se invece ruotava il pollice verso il basso, l’uomo veniva condannato a morte, spesso ucciso dai leoni. Oggi funziona proprio così: nell’arena del web, l’esistenza di tanti ragazzini dipende da un pollice in su, da un like. Tutt’oggi si viene aggrediti brutalmente non da bestie feroci ma da persone che riescono a fare i “Leoni” solo da dietro una tastiera. La serenità dipende dal numero di mi piace sotto ad una foto o ad un filmato postato.  Si sono persi i valori di una volta, la bellezza del parlare faccia a faccia, occhi contro occhi. Si diventa timidi di presenza, sfacciati e crudeli da dietro uno schermo, pronti a riversare le proprie frustrazioni sul malcapitato di turno. Siamo arrivati al punto in cui adolescenti arrivano a suicidarsi, perché non apprezzati o denigrati dal popolo del web, come se quest’ultimo fosse realmente importante per giudicare l’essenza di una persona. Mi nuoce dirlo, soprattutto perché appartengo a questa generazione, la nostra è l’era del progresso tecnologico e del regresso per quanto riguarda il rispetto dei sentimenti altrui. Quando si inizia a dare peso alle critiche della gente, soprattutto se sono “distruttive” e non costruttive perdiamo del tutto l’amore per noi stessi. Quando vengono pubblicate risse tra giovani circondati da loro coetanei che anziché intervenire, stanno lì a fotografare, adolescenti che si ubriacano o che si cimentano in pseudo prove di coraggio emulando magari youtuber, cosa si pensa di ottenere? Che tristezza, che profonda tristezza! Invece di insegnare ai bambini la posa più adatta per un selfie che possa far acquistare tanti “pollici in su”, perché non proviamo ad insegnare loro a non escludere la compagnetta a cui piace il calcio invece delle bambole o l’amichetto a cui piace vedere Barbie invece della partita di calcio?

Flavia Ruggiero
Classe I Sez. A – Liceo classico “Concetto Marchesi” Mascalucia