LENTINI – Stamattina nell’auditorium del Polivalente “Riccardo da Lentini” gli studenti hanno raccolto le testimonianze di chi ha detto no al racket, andando “controcorrente”. A raccontarle personalmente c’erano i protagonisti: Tiberio Bentivoglio, imprenditore antiracket e testimone di giustizia e Antonio Candela, direttore generale dell’Asp di Palermo. Due figure che non hanno voluto accettare le volontà della criminalità organizzata mettendo a rischio la propria vita.
Tiberio Bentivoglio è un imprenditore reggino che ha scelto di denunciare i suoi estortori ed è vittima di un tentato omicidio mentre Antonio Candela è un manager sotto scorta per aver denunciato la truffa dei pannoloni.
Raccontata anche la storia di Paolo Borrometi, giornalista che vive sotto scorta dopo le sue inchieste sui boss di Scicli.
A organizzare la conferenza, dal tema “Controcorrente”, Danilo Daquino e i referenti del progetto Legalità dell’istituto Alaimo. Presenti, tra gli altri, la dirigente scolastica Anna De Francesco, il coordinatore delle associazioni antiracket di Siracusa, Paolo Caligiore e l’assessore alla Legalità e cittadinanza del Comune di Lentini, Santi Terranova.
“Controcorrente – ha detto Tiberio Bentivoglio – significa non accettare le volontà della criminalità organizzata. Io ancora oggi continuo a guardare in faccia chi mi ha fatto del male e ormai sono loro ad abbassare gli sguardi”.
L’anno scorso, tra gli ospiti dell’istituto Alaimo anche gli imprenditori Santi Palazzolo e Salvatore Calì, noti per aver denunciato il pizzo.
Gisella Grimaldi