Sicilia, elevata presenza di amianto nelle scuole. Vicario: “Pochi Comuni si sono attivati per il piano di monitoraggio”

Sicilia, elevata presenza di amianto nelle scuole. Vicario: “Pochi Comuni si sono attivati per il piano di monitoraggio”

PRIOLO GARGALLO – Il rischio esposizione amianto è presente anche nelle scuole. Una recente denuncia del Codacons ha infatti dimostrato che su 2.400 edifici scolastici il 46,8 % non possiede il certificato di collaudo statico e il 53,8 % non ha quello di agibilità. Dati allarmanti e che potrebbero mettere a rischio la salute di 350mila studenti e 50mila docenti in tutta Italia.

Tutto questo in Sicilia viene confermato dall’ultimo rapporto dell’Ona, Osservatorio Nazionale Amianto, dal quale emerge che pochi Comuni hanno dato una risposta alle richieste di controllo degli edifici. Dall’audizione convocata dai deputati regionali del Movimento 5 Stelle è emerso come solo 21 Comuni nella nostra isola abbiano presentato un piano per il censimento e per la mappatura.

Il coordinatore regionale dell’Ona, Calogero Vicario, parte raccontando il caso di una scuola di Priolo Gargallo, nel Siracusano, chiusa circa un mese fa per la presenza di lastre in cemento amianto. L’attenzione rimane sempre vigile ai numeri e la presenza delle istituzioni è fondamentale, così come il continuo monitoraggio degli edifici da parte degli enti locali.

“Il sindaco di Priolo Pippo Gianni, dopo qualche verifica da parte dell’Arpa e dell’Asp – afferma Vicario –, ha ritenuto opportuno chiuderla trasferendo i ragazzi in altre scuole. Verrà così demolita e ricostruita entro 10 mesi con progetti ambiziosi, tra cui l’apertura di aule universitarie. Un plauso va al sindaco, che ha rispettato tutte le prescrizioni imposte. Le associazioni che fanno riferimento ai nostri dati dimostrano di stare al nostro fianco. Ci sono 2.400 istituti scolastici con amianto in Italia e qui in Sicilia ne sono stati censiti quasi 330, quindi una scuola su 8 si trova nella nostra isola. A ciò si aggiunge il fatto che pochissimi Comuni si sono attivati per il piano amianto e altri lo hanno fatto senza entrare nel dettaglio. Per questo motivo i dati numerici potrebbero aumentare, aspetto preoccupante soprattutto per le strutture pubbliche. Lasciare il censimento all’autonotifica è un sistema che non funziona e sarebbe opportuno per i Comuni attrezzarsi con dei droni per rilevare la presenza di amianto nei tetti e imporre la bonifica. Il nostro presidente, Ezio Bonanni, grazie al suo impegno è stato nominato componente della Commissione Nazionale Amianto e sottoporrà la problematica a livello nazionale”.

All’interno dell’isola ci sono quattro Comuni che sono a maggiore rischio, sia per gli impianti industriali che per le costruzioni civili. Si tratta di Gela, nel Nisseno, Priolo Gargallo, Milazzo, nel Messinese, e Biancavilla, nel Catanese. Il quadro mostrato dalle 12mila schede redatte dall’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) parla chiaro e non deve mancare l’attenzione ai diritti dei lavoratori. Sono stati inoltre messi a disposizione dalla Regione Siciliana dei fondi per gli interventi nelle scuole, ma solo nei Comuni che hanno rispettato le prescrizioni.

“A Biancavilla c’è il Monte Calvario – conclude Vicario – dove è presente la fluoro-edenite, un materiale asbestiforme utilizzato per le strade e per le case. A Gela, Priolo e Milazzo il problema è accentuato perché ci sono gli impianti industriali. Le 12mila schede dell’Arpa mostrano la massiccia presenza di amianto in Sicilia. I lavoratori che hanno avuto contatto vanno anch’essi censiti nel registro regionale per la sorveglianza sanitaria e per l’ottenimento dei benefici previdenziali, per i quali non si devono più intraprendere battaglie legali. Per il primo aspetto abbiamo richiesto la revoca del pagamento del ticket all’ospedale Muscatello di Augusta. Per il secondo chiediamo al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, di attenzionare la problematica amianto, soprattutto sotto l’aspetto professionale, perché l’operaio dei poli petorlchimici ha contribuito a far aumentare il Pil e non può essere discriminato. Per gli interventi nelle scuole la Regione Siciliana ha messo a disposizione solo 200mila euro, ma per partecipare al bando bisogna avere le carte in regola e non tutti i Comuni ce le hanno. Gli enti devono creare le condizioni affinché i costi di smaltimento diminuiscano e affinché le opere vengano fatte sotto forma di ristrutturazione edilizia”.