SICILIA – La Dieta Mediterranea oggi non rappresenta soltanto una “medaglia” per l’Unesco, ma è uno dei simboli e orgogli da parte dei paesi mediterranei nel mondo, che sia l’Italia, la Spagna o la Grecia e così via.
I cibi più conosciuti sono i seguenti: cereali, frutta, verdura, ortaggi, oli, carni rosse e bianche, pesce, legumi, uova, alimenti caseari e alimenti ricchi di zuccheri.
Primo studioso, Ancel Keys
In realtà lo studio, non soltanto alimentare ma anche etnico e culturale del contesto, è incominciato molto tempo fa: fu per primo l’epidemiologo e fisiologo statunitense che combatté le malattie cardiovascolari Ancel Keys, che studiò la dieta proprio per cercare di risolvere i problemi dei pazienti malati di patologie cardiovascolari e anche di altro tipo.
Innanzitutto, lo studio di questa dieta va fatto su tutti i paesi dell’intero bacino mediterraneo, che siano europei, asiatici o africani; tutte queste culture nella loro tradizione culinaria hanno un comune denominatore che li rende più salutari: l’olio d’oliva e o il vino.
La svolta nel 2010
Il salto di qualità definitivo è avvenuto nel 201o quando l’Unesco ha riconosciuto il valore di questa dieta, asserendola fra la lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità, tutto il movimento intorno a ciò è andato sempre più ad espandersi, infatti mentre fino a non molto tempo fa si parlava delle solite tre cucine (italiana, spagnola e greca), ormai si stanno valorizzando anche quelle di paesi meno blasonati, ma di ottimo valore anch’essi.
È chiaro che in un momento dove si cerca di far resistere la sovranità alimentare italiana a discapito di nuove pietanze (fast food, insetti, carne sintetica, eccetera), diventa ancor più fondamentale per l’Italia e la Sicilia, che ne hanno uno dei loro massimi punti di forza economico culturali.
Motivo per cui difendere questa “educazione” ancor prima che dieta, in quanto è stata scritta moltissima letteratura scientifica e anche storico popolare che attesta tutti questi dati citati finora.
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