Piatti tradizionali dall’entroterra, la cucina siciliana lontana dal mare

Piatti tradizionali dall’entroterra, la cucina siciliana lontana dal mare

La cucina siciliana è tra le più apprezzate al mondo con specialità tipiche in ognuno dei capoluoghi di provincia e nelle piccole città. Tanti piatti legati alla tradizione e alla vocazione marittima della regione italiana circondata dalle acque, ma c’è una cucina siciliana che non conoscete! Non ci parla il linguaggio dei marinai, ma dei pastori e degli agricoltori che abitano l’entroterra. Non solo pesce e il famoso cibo di strada, ma tante gustose ricette dalla Sicilia rurale.

La cultura contadina siciliana a tavola

Un popolo che vanta iconiche bellezze mozzafiato e che in passato ha rappresentato l’avanguardia scientifico-matematica di tutta la Magna Grecia. Una cucina ricca di verdure e saporiti intingoli, cibo di strada famoso e apprezzato in tutto il mondo, di eccellenze dello Slow Food e di originali soluzioni che vanno a sopperire le mancanze di una cucina povera ma molto fantasiosa. Scopriamo 3 ricette che pochi conoscono della cucina siciliana dell’entroterra:

Sarde a beccafico

Il segreto è tutto nel nome! Nonostante sia un piatto a base di pesce, in realtà viene dalle campagne poiché il beccafico è un uccello dalle carni molto apprezzate dai nobili siciliani dei secoli passati, ma i lavoranti alle loro dipendenze non potevano permetterseli. Quando riuscivano a procurarsi le sarde, un pesce povero del Mediterraneo, le farcivano seguendo la ricetta usata per preparare i beccafichi. La sarda viene aperta e farcita come un involtino con pinoli, uvetta e prezzemolo con un leggero tocco di zucchero che fa la differenza. Si arrotolano tutte, si insaporiscono in un terrina con alloro e succo d’arancia, si spolverano gli involtini realizzati con il pangrattato e si infornano fino a doratura.

Pasta con i sassi



Sicuramente è il piatto più strano che potreste mai assaggiare nel vostro viaggio in Sicilia! Si riferisce all’antica tradizione diffusa tra i pescatori e gli abitanti dell’hinterland che non potevano acquistare il pesce. Questi raccoglievano le pietre porose sommerse nelle acque salmastre e le usavano per insaporire la pasta che avrebbe così assorbito tutto il profumo del mare come se fosse stata condita con del vero pesce. Si prepara il soffritto come si dovesse cucinare la pasta con il pesce, ma invece di aggiungere quest’ultimo si utilizzano le pietre e si sfuma con il vino bianco. Una volta cotta la pasta si scola e si fa saltare in padella.

Macco con le fave

Una minestra molto densa e cremosa, realizzata con ingredienti estremamente poveri ma ricchissima di gusto. Le fave secche vengono messe a mollo, poi scolate e cotte in pentola con cipolla, carota e aglio. Si lascia cuocere con l’aggiunta di acqua e quando sono pronte si frullano se necessario e si insaporiscono con rametti di finocchietto selvatico. I legumi della salute, apprezzate già da Greci e Romani, frequentatori dell’isola che le consumavano quotidianamente insieme ai ceci.

Contadino siciliano dal cervello fino!

La cucina dell’entroterra delle fertili vallate siciliane e delle pendici vulcaniche dell’Etna hanno permesso lo sviluppo di una cucina mediterranea con una sfumatura peculiare che rappresenta l’apice della cucina salutista a livello internazionale.