Diede fuoco alla casa uccidendo madre e sorella, dichiarato incapace di intendere e volere

Diede fuoco alla casa uccidendo madre e sorella, dichiarato incapace di intendere e volere

VITTORIA – Incapacità di intendere e di volere: è questo quanto è emerso dalla perizia psichiatrica di Wajdi Zaouadi, 31enne tunisino accusato di aver incendiato l’abitazione familiare in piazza Unità a Vittoria lo scorso giugno in cui morirono madre e sorella.

Wajdi Zaouadi è incapace di intendere e di volere

Il malvivente – attualmente recluso in una sezione speciale del carcere di Siracusa – è stato sottoposto a perizia psichiatrica su richiesta di incidente probatorio da parte del difensore, avvocato Giovanni Ascone.

Il Gip di Ragusa, Gaetano di Martino, ha oggi sentito il professore Eugenio Aguglia, ordinario di Clinica psichiatrica all’Università di Catania, che ha definito Zaouadi socialmente pericoloso ma capace di partecipare al processo.

Gip conferma custodia cautelare

La Procura ha chiesto, senza interruzioni, che si provveda a trasferire l’uomo dalla custodia cautelare in carcere a una struttura specializzata: una Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Queste strutture accolgono persone che hanno commesso reati e soffrono di disturbi mentali, risultando pericolose per la società.

Alle perizie hanno preso parte anche i consulenti della difesa: lo psichiatra Salvatore Valvo e il medico legale Giuseppe Iuvara.

Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di mantenere la detenzione in carcere, in attesa che si individui una Rems disponibile per il trasferimento del 31enne.

Cosa è successo quella notte di giugno

Era la notte tra il 12 e il 13 giugno dello scorso anno quando Zaouadi appiccò il fuoco nella casa di famiglia. Il malviente avrebbe versato un liquido infiammabile nella camera da letto dei genitori, nel corridoio e all’ingresso.

Niente da fare per la madre e la sorella: Mariem Sassi (55 anni) e Samah Zaouadi (34 anni) non hanno potuto far altro che esalare l’ultimo respiro. Uno spiraglio di luce per il padre, Kamel, e la sorella minore, Omaima, che si sono salvati, anche se è difficile parlare di luce quando ci sono di mezzo vite spezzate.