“Open for Amnesty”, al golf club di villa Airoldi il torneo per i diritti umani

“Open for Amnesty”, al golf club di villa Airoldi il torneo per i diritti umani

PALERMO – Vi abbiamo già anticipato l’appuntamento con il gruppo Italia 243 di Amnesty International dedicato al ciclismo. Adesso è il momento dell’altro appuntamento, dedicato agli appassionati di golf. Si terrà infatti il prossimo 27 maggio alle ore 9,30, presso il golf club di villa Airoldi “Open for Amnesty”, torneo che vedrà i soci del club – termine massimo entro cui far pervenire la propria iscrizione 26 maggio, ore 14 – sfidarsi sul campo per sostenere le battaglie di Amnesty International a difesa dei diritti umani.

Roberto Zampardi, responsabile del gruppo Italia 243 di Amnesty International, ha infatti dichiarato nel corso della presentazione dell’evento, l’urgenza di far sentire la propria voce in tempi come quelli che stiamo vivendo, soprattutto in materia di immigrazione: «In Italia la legge prevede il reato di clandestinità, in barba ai trattati internazionali. Questo perché esistono sostanzialmente due livelli: quello in cui il diritto d’asilo viene tutelato dalla convenzione di Ginevra del 1951, nato perché gran parte del mondo aveva sfollati ovunque, in seguito alla seconda Guerra Mondiale. Data la situazione, doveva necessariamente esserci una sorta di “ombrello internazionale” per tutelare queste persone. Da qui la decisione di dar vita alla convenzione di Ginevra. Poi c’è l’altro livello, costituito dai trattati europei. Per farla breve, basti pensare ai tre trattati di Dublino. Poiché accogliere tutte queste persone seppur protette dal diritto d’asilo, comporta dei costi molto elevati, ed inoltre in ambito politico è molto facile utilizzare questi disperati, i trattati europei hanno creato un sistema di accoglienza che prevede comunque che la persona che arriva possa essere trasferita in un terzo Paese sicuro. Tutti siamo affranti nel vedere le immagini dei bambini siriani, però respingere milioni di Siriani dalla Grecia e dalla Turchia, dando a quest’ultima del denaro per trattenerli, non sapendo nemmeno in quali condizioni e sapendo inoltre che la Turchia ha difficoltà a riconoscere i diritti dei propri cittadini, questo non lo rende certamente un Paese sicuro. Quindi – ha concluso Zampardi – le regole internazionali apparentemente ci sono, Il problema è che non sono sufficienti e che vengono messe in pratica con tanta ipocrisia».

Per chi volesse approfondire in merito alle petizioni e alle battaglie sostenute da Amnesty International, è possibile consultarne il sito https://www.amnesty.it/.