PALERMO – Far divertire i bambini ed al contempo far conoscere loro i monumenti della propria città è possibile.
A riuscirci sono state Carolina Lo Nero e Anna Maria Balistreri. Le due hanno pensato bene di organizzare una guida per bambini alla scoperta delle meravigliose opere arabe normanne della città.
L’iniziativa è rivolta soprattutto a quelli aventi un’età maggiore di otto anni. Questo progetto ha entusiasmato i ragazzi partecipanti; essi infatti impareranno ad amare ciò che li circonda e la storia che vi è dietro.
Il 3 luglio 2015 sono stati inseriti ben sette monumenti e le cattedrali di Cefalù e Monreale, tra le opere salvaguardate dall‘Unesco; proprio per questo si è iniziata ad avere la necessità di far conoscere il nostro paese e la nostra cultura ai giovani.
Ad accompagnare i bambini in quest’avventura saranno maestre e genitori desiderosi di apprendere e scrutare a fondo come fosse la prima volta tali meraviglie.
Esplorare il patrimonio culturale che ci circonda è sempre importante proprio perché molte volte non ci accorgiamo di ciò che ci sta attorno; risulta quindi necessario essere turisti e viaggiatori della propria città allo stesso tempo.
A presentare la guida sono stati il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore alla scuola Barbara Evola, il direttore della Fondazione Unesco Sicilia Aurelio Angelini ed infine il garante per i diritti dell’infanzia del Comune Lino D’Andrea.
Tutto si è svolto nell’aula magna dell’Istituto Magistrale Regina Margherita che ha ospitato all’interno dell’edificio anche gli alunni dell’ I.C.S Nuccio, dell’I.C.S Perez-Madre Teresa di Calcutta e dell’I.C.S Boccone.
In quel contesto il primo cittadino non si è smentito ed ha continuato a ribadire il fatto che ognuno a Palermo deve sentirsi cittadino e non immigrato, affrontando un tema piuttosto difficile da trattare, educando i ragazzi al rispetto degli altri a prescindere dall’etnia.
Orlando ha indossato un copricapo alla tradizionale maniera araba che avevano in precedenza preparato i bambini. “La nostra è la città dell’accoglienza e l’Unesco ci ha riconosciuti anche perché sappiamo far convivere culture diverse” ha detto.
I ragazzi rappresentano infatti il futuro ed è proprio da loro che si deve iniziare a fare sensibilizzazione oltreché informazione, qualunque essa sia.