Regione, addio al Commissario dello Stato: conquista o fardello? LE OPINIONI.

Regione, addio al Commissario dello Stato: conquista o fardello? LE OPINIONI.

PALERMO – Molto spesso il commissario dello Stato era la tagliola delle leggi dell’Ars. Il suo occhio clinico ne valutava la legittimità costituzionale, ma da ieri questa procedura non ci sarà più. Lo ha stabilito la sentenza numero 225 della Corte Costituzionale, relatore Sergio Mattarella, depositata presso la cancelleria del Palazzo della Consulta.

In soldoni la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il controllo preventivo delle leggi e quindi anche in Sicilia dovrà essere attuata la riforma costituzionale del 2001: il ricorso alla consulta avverrà solo a pubblicazione avvenuta della legge regionale.

Il controllo preventivo delle leggi era già finito nel mirino da tempo, perché avrebbe “minato i principi di autonomia” della Regione. Spesso la politica è andata contro il commissario, anche riservando parecchie critiche. Ma tante altre volte è stato lo scaricabarile per mandare al macero norme emanate sotto influsso esterno e giusto per salvare la faccia.

Adesso non vi saranno più capri espiatori:  si lavorerà più speditamente o il timore di produrre provvedimenti che poi – quindi senza controllo preventivo – potranno essere impugnati paralizzerà i lavori?

Per il Pd ha parlato il deputato regionale Anthony Barbagallo:La sentenza della Corte costituzionale che cancella il controllo preventivo del commissario dello Stato sulle leggi varate dall’Ars segna un momento dirimente per il passato e per il futuro della Sicilia”.

“Questa sentenza – prosegue – determina più di una conseguenza. Innanzitutto si impone una modifica dello statuto: credo che l’apposita commissione all’Ars, della quale ho il privilegio di far parte, debba procedere rapidamente nel proporre una modifica delle parti interessate dalla riforma del Titolo V della Costituzione”.

“Un secondo aspetto – aggiunge l’esponente del PD – riguarda la produzione legislativa: la possibilità di lavorare senza l’incubo della scure del commissario ma dobbiamo essere consapevoli della necessità di un attento esame sulla qualità delle norme che approveremo”.

La pensa diversamente Marco Falcone, capogruppo di Fi: “In questi ultimi due anni di immobilismo crocettiano il commissario dello Stato ha assunto il ruolo di garante, di difesa nei confronti dell’apparato normativo regionale e degli stessi cittadini. Nutriamo quindi forti dubbi in merito all’utilità di sottrarre allo stesso commissario la possibilità di impugnare preventivamente le norme”.

Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha affermato: “L’abrogazione del controllo preventivo delle leggi regionali, da parte del commissario dello Stato, non potrà dare al parlamento siciliano libertà di legiferare senza limiti. Al contrario, la sentenza della Corte costituzionale assegna maggiore responsabilità a governo e assemblea in fase di proposizione e approvazione delle norme”.

“Il parlamento – continua Ardizzone – non si sottrarrà a un controllo più scrupoloso, attento e conforme ai canoni costituzionali. In ogni caso permangono in capo al commissario dello Stato le funzioni residuali previste dalla normativa in vigore”.

Per il capogruppo del Pdr Giuseppe Picciolo “negli ultimi anni la figura del commissario dello Stato era divenuta un limite all’autonomia speciale più che una prerogativa. Ora il parlamento regionale e il governo hanno maggiori responsabilità nel varo di leggi sia sotto il profilo ordinamentale che sotto l’aspetto finanziario”.

Nino D’Asero di Ncd ha dichiarato: “Ci sarà maggiore autonomia e quindi occorrerà un grande senso di responsabilità: il commissario aveva un ruolo di filtro e mi auguro che in assemblea si possa lavorare in maniera proficua”.