Piano Giovani, l’assessore Scilabra dai magistrati

Piano Giovani, l’assessore Scilabra dai magistrati

PALERMO – In un interrogatorio – fiume durato oltre due ore e mezza, ieri pomeriggio, l’assessore al Lavoro Nelli Scilabra ha spiegato al procuratore aggiunto Dino Petralia e al sostituto Piero Padova tutto il lavoro svolto dal governo regionale per il Piano Giovani.
L’assessore, interrogata negli uffici della mobile, è stata sentita come persona informata sui fatti e non è stata ascoltata a palazzo di giustizia per evitare la ressa di giornalisti e fotografi.

Nel corso dell’audizione la Scilabra ha tracciato l’iter burocratico che ha portato al flop del Piano Giovani. L’assessore ha respinto le accuse nei confronti della parte politica del governo regionale rimarcando, al contrario, le responsabilità della parte amministrativa e burocratica.

In particolare il riferimento del giovane assessore è all’affidamento, senza bando di gara, alla società Ett che ha curato la gestione del fallimentare “click day”.

Al termine dell’interrogatorio Nelli Scilabra, che al momento non ha consegnato alcun documento agli inquirenti, ha ribadito la propria disponibilità nei confronti della magistratura per far chiarezza sul Piano Giovani, concepito per andare incontro alle migliaia di giovani disoccupati siciliani attraverso degli stage retribuiti.

Ma, attualmente, 50mila giovani sono rimasti tagliati fuori dalla presentazione delle candidature a causa dei malfunzionamenti del sistema informatico.

Subito dopo l’audizione dell’assessore è divampata, rovente, la polemica politica. Le opposizioni hanno attaccato duramente il governo regionale, in particolare il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, si è scagliato contro il presidente Crocetta e i criteri di selezione del personale impiegato per la gestione del Piano Giovani, adombrando il sospetto di favoritismi.

A stretto giro di posta l’assessore Scilabra ha annunciato querela contro l’onorevole Falcone per difendersi da “insinuazioni e schizzi di fango”.