Palermo, Filoramo (Pd) dopo i ballottaggi: “Renzi non ha ascoltato l’elettorato”

Palermo, Filoramo (Pd) dopo i ballottaggi: “Renzi non ha ascoltato l’elettorato”

PALERMO – Abbiamo raggiunto il capogruppo Pd Rosario Filoramo, chiedendogli quali fossero le proprie impressioni dopo i ballottaggi.

Alla luce dei recenti ballottaggi che hanno visto perdere il Pd, qual è la vostra attuale visione politica?

Anche se il Pd è andato male, non vedo nelle altre forze storiche della sinistra, come Sel e altri, un risultato di cui andare fieri. Bisogna ricostruire il rapporto tra i partiti di sinistra in modo da studiare un buon progetto per governare Palermo, senza escludere nessuno: anche il movimento 139, anche il sindaco Orlando“.

Stando ai risultati ottenuti dal Movimento Cinque Stelle che ha ottenuto la poltrona di sindaco a Roma e Torino e, in Sicilia, ad Alcamo, pensa che ci sia il “rischio” di un governo a cinque stelle anche nel capoluogo?

La parola rischio in democrazia non deve mai esistere. Il Movimento Cinque Stelle è una forza politica che ha un elettorato che la premia. Anche se non rispecchia le nostre proposte politiche ha una sua legittimità per poter governare. Non porrei la questione nell’ottica ‘mettiamoci tutti insieme per salvare Palermo dal Movimento Cinque Stelle’ perché sarebbe uno sbaglio politico nei confronti di quei cittadini che votano quel movimento e che vanno tutti assolutamente ascoltati”.

Secondo lei, dove ha sbagliato il Pd, perchè ha ottenuto un simile risultato in Sicilia?

Tra le recenti elezioni avvenute da poco in Spagna e il partito socialista francese che riesce ad essere il secondo partito con una percentuale non superiore al 20%, senza contare la Germania della Merkel, vediamo che c’è una causa di tipo socioeconomico in tutta Europa che vede rimettere in gioco il ruolo del socialismo tradizionale. Io non ne farei un problema legato al Pd siciliano né a livello nazionale. Anche l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea va letto sotto questa chiave. Poi qualche errore in Sicilia sicuramente si è fatto: Renzi probabilmente non ha ascoltato l’elettorato in Sicilia e questo è un fatto”.

Per quanto riguarda il passato “Patto del Nazareno” che Pd e centrodestra hanno stretto, pensa che esso sia ancora valido?

Il Patto del Nazareno, qualcuno lo dimentica, è nato dalla sconfitta del Pd alle ultime elezioni politiche: non aveva i numeri per riuscire a governare da solo. Il Patto del Nazareno è stata una formula politica nata per scongiurare il rischio dell’ingovernabilità assoluta. Il Pd comunque, anche grazie a questo patto, è riuscito a dare un governo al Paese, portando anche una serie di riforme come quella sulle unioni civili a cui io sono molto legato: il Paese ha fatto un grande passo in avanti grazie a questa riforma. Io, se mi chiede cosa penso riguardo al Patto, come scelta strategica, non l’avrei mai fatto, ma se una forza politica non ha i numeri per governare cosa fa?

Se poi togliamo al popolo la possibilità di andare al voto, considerando che il Premier avrebbe fatto sapere di voler spostare il referendum di ottobre…

Questa è una eventualità che esamineremo quando si presenterà. Renzi ha sbagliato a personalizzare il referendum, perché si tratta di uno strumento che serve a misurare il gradimento dell’elettorato nei confronti di una riforma costituzionale. Non è un referendum pro o contro Renzi, ma si basa su una norma nata da un patto tra due forze politiche contrapposte”.

Elezioni 2017 per la poltrona di sindaco a Palermo: come si sta preparando il Pd?

Palermo non ha bisogno di un sindaco ma ha bisogno di un progetto che tenga insieme tutte le forze giovani e nuove di questa città, che sappia valorizzare le risorse di cui dispone e sia soprattutto in grado di risolvere i problemi di questa città che purtroppo il sindaco Orlando non è riuscito a risolvere in questi anni, credo anche per una scelta sua di vivere il ruolo di primo cittadino in solitudine: non ha dato le giuste idee e forze per risolvere definitivamente i problemi che affliggono Palermo”.

Uno dei tanti problemi che hanno visto Orlando solo, sono state le Ztl che si dice, dovrebbero tornare il prossimo 6 novembre…

Io sono stato uno che ha combattuto contro le Ztl: le ritenevo, come ha ammesso lo stesso sindaco Orlando, un tassa occulta che di fatto non ha risolto nessun problema. Ma ormai è una storia vecchia. Immaginare che questo provvedimento, votato a dicembre dello scorso anno, rientri in vigore adesso, credo non sia più attuale. Dobbiamo invece immaginare una proposta per la mobilità e la lotta all’inquinamento dove vengano potenziati i mezzi pubblici con investimenti di prospettiva, come l’acquisto nell’immediato di flotte di almeno 100 autobus ecologici o l’ampliamento delle linee di autobus e del tram. Attualmente, Palermo non può pensare di basarsi unicamente sul trasporto pubblico. Dobbiamo offrire l’alternativa al trasporto privato con un ulteriore sacrificio ai cittadini che, in cambio, non ricevono nulla. Occorre infine lavorare sulla tariffazione degli abbonamenti che, attualmente, costano sui 360 euro annuali, costo che comunque, resta nella media rispetto a quelli che si trovano nel resto d’Italia. Una mia proposta invece prevede il costo sui cento euro l’anno circa, che permetta ai cittadini di preferire il trasporto pubblico all’auto o alla moto”.

Teresa Fabiola Calabria