TERRASINI – La tragedia del peschereccio Nuova Iside di Terrasini (PA), affondato un anno fa nelle acque di San Vito Lo Capo (Trapani) e che ha portato alla morte di Giuseppe, Vito e Matteo Lo Iacono, era stata fin da subito avvolta nel mistero. Ombre che si trasformarono in un’ipotesi, quella di uno speronamento notturno. Proprio da questa ipotesi sono partite le prime indagini, che hanno virato verso una petroliera, la Vulcanello. Dalle analisi della scatola nera, passando per la riverniciatura per nascondere le prove, fino ad arrivare all’arresto di tre persone ritenute responsabili: Raffaele Bruno, Gioacchino Costaiola e Giuseppe Caratozzolo.
Per loro il G.I.P. di Palermo ha stabilito il giudizio immediato per il naufragio della Nuova Iside di Terrasini, emettendo il decreto di rinvio a giudizio diretto, quindi senza passare da alcuna udienza preliminare.
Secondo la ricostruzione della Procura i tre, che facevano parte dell’equipaggio della petroliera Vulcanello avrebbero avuto responsabilità per l’affondamento del peschereccio. Proprio le risultanze dell’analisi della scatola nera avrebbero messo nei guai gli imputati.
Il pubblico ministero, Vincenzo Amico, nel richiedere il giudizio immediato aveva sottolineato come la prova fosse evidente.
La prima udienza è stata fissata il 2 novembre alla IV sezione del Tribunale di Palermo. Al processo si costituiranno Parte Civile i familiari delle vittime.
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