Stupro a Palermo, i sei giovani lasciano il carcere Pagliarelli

Stupro a Palermo, i sei giovani lasciano il carcere Pagliarelli

PALERMO – Sono stati trasferiti ieri sera dal carcere Pagliarelli di Palermo i sei giovani arrestati per lo stupro avvenuto nello scorso luglio ai danni di una 19enne. È stata accolta la richiesta della direzione del penitenziario, che aveva chiesto una diversa collocazione degli indagati per evitare “azioni destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza“. Sembra che il loro ingresso in carcere non sia stato gradito dagli altri detenuti che non avrebbero esitato a minacciarli.

Gli arrestati – Angelo Flores, Elio Arnao, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone – sono stati trasferiti in sei diversi penitenziari siciliani.

Ritorna in carcere il minorenne

Nelle scorse ore è stato arrestato nuovamente anche il più piccolo dei presunti stupratori. Rilasciato dopo la sua confessione e mandato in comunità, colui che al momento dello stupro aveva 17 anni è stato riportato in custodia cautelare nell’Istituto di detenzione minorile Malaspina di Palermo. Il minorenne avrebbe comunicato con l’esterno mentre era in comunità, senza avere il permesso per farlo. Si sarebbe vantato di quanto accaduto con le sue ammiratrici, ma soprattutto il suo pentimento non è reale.

Cosa c’era nel cellulare del ragazzo

Fiorella Mannoia: “Le chat dello stupro devono essere discusse nelle scuole”

Si inserisce nel dibattito relativo alla violenza subita dalla giovane anche Fiorella Mannoia. La celebre cantante ha condiviso una sua riflessione sugli sconcertanti messaggi che si sarebbero scambiati gli indagati dopo lo stupro.

Mi sono interrogata se, dopo aver letto quelle chat, fosse il caso di pubblicarle. ‘Lo faccio, non lo faccio, le pubblico o non le pubblico?’, mi sono chiesta. Ho deciso di pubblicarle nelle mie pagine perché si possa capire a fondo quali sono le motivazioni, se ci sono e non ci sono, che spingono dei giovani a comportarsi in questo modo, ad accanirsi così tanto sul corpo di una donna. Allora ho deciso che forse quelle chat dovrebbero essere portate nelle scuole“. Lo ha affermato al concertone de “La Notte della Taranta”, a margine della conferenza stampa di presentazione del concerto di domani a Melpignano (Lecce).

Perché – ha spiegato – un conto è dire ‘hanno violentato un’altra e ci dispiace’, un conto è leggere quello che sono stati capaci di dire loro, che poi saranno le stesse parole che dicono anche gli altri quando succedono queste cose terribili che sono stupri da branco“.

“Sul palco della Taranta non dirò quello che sto dicendo ora perché è una serata di festa, però ci tengo, prima di cantare ‘Fimmine fimmine‘, a dire due parole, a sottolineare quello che vi ho spiegato“, ha continuato Mannoia rivolgendosi ai giornalisti.

Quella canzone si presta perché comincia proprio con ‘donne donne alziamo la voce’ ed è il momento di alzare veramente la voce perché siamo arrivati a un limite massimo“, ha concluso.

Il Prefetto di Palermo: “Rafforziamo i controlli della movida”

Si è espressa sull’accaduto anche il Prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza, convocato a seguito della violenza di gruppo dello scorso 7 luglio.

Nello specifico ha manifestato l’intenzione di rafforzare i controlli della movida, soprattutto nella zona della Vucciria, il principale punto di incontro per i giovani nel capoluogo siciliano.

Al comitato hanno partecipato anche i vertici delle forze dell’ordine e gli assessori comunali Maurizio Carta e Carolina Varchi. Il Prefetto ha anche preso in considerazione l’idea di istituire un nuovo presidio delle forze dell’ordine proprio nella Vucciria.

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Foto di repertorio