PALERMO – La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo ha delegato ai carabinieri di Palermo l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale del capoluogo nei confronti di 12 indagati (4 in carcere e 8 agli arresti domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, coltivazione e spaccio di stupefacenti, violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Vento 2“, rappresenta l’immediata prosecuzione dell’operazione Vento, conclusa lo scorso 6 luglio attraverso l’esecuzione di 18 fermi di indiziato di delitto emessi dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia a carico di altrettanti soggetti gravemente indiziati di essere capi e sodali del mandamento mafioso di Palermo – Porta Nuova.
Già l’operazione Vento aveva subìto un’accelerazione nella fase esecutiva in quanto, a seguito dell’omicidio di Giuseppe Incontrera, commesso il 30 giugno a Palermo e per cui è indagato Salvatore Fernandez (arrestato a seguito di immediate investigazioni), erano emerso chiari segnali di una possibile escalation di violenze.
Anche per il presente segmento d’indagine, il Nucleo Investigativo di Palermo ha raccolto ulteriori e chiari segnali di recrudescenza violenta connessa con alcune tensioni in atto all’interno del Mandamento di Porta Nuova.
Tali evenienze, comunicate tempestivamente alla Procura Distrettuale, consentivano al G.I.P. di emettere le misure cautelari odierne che hanno evitato, tra l’altro, la scarcerazione dell’indagato Filippo Burgio, detenuto per altra causa e per il delitto di associazione mafiosa, che avrebbe dovuto riacquisire la libertà proprio oggi e che, come emerso dalle indagini, aveva manifestato intenti di punizione per i soggetti da lui ritenuti co-responsabili dell’omicidio del figlio Emanuele, avvenuto il 31 maggio 2021 a Palermo, nel popolare quartiere della Vucciria.
In generale, le indagini del Nucleo Investigativo di Palermo, compendiate nell’operazione Vento 2, hanno integrato quelle già emerse nella prima fase dell’operazione e hanno permesso di ipotizzare, a carico degli indagati, gravi indizi in ordine ai delitti di:
- partecipazione all’associazione mafiosa operante nel mandamento di Palermo Porta Nuova;
- associazione finalizzata al traffico di stupefacenti gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici della struttura criminale per alimentare le casse mafiose. L’associazione avrebbe assunto la gestione diretta di 6 piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), tutte capeggiate da elementi gravemente indiziati di appartenere a Cosa Nostra;
- coltivazione e spaccio di stupefacenti;
- violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.
È obbligo rilevare che gli odierni indagati e destinatari della misura restrittiva sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.