Mercato del lavoro siciliano: in calo il lavoro autonomo, ma in crescita i contratti a tempo determinato

Mercato del lavoro siciliano: in calo il lavoro autonomo, ma in crescita i contratti a tempo determinato

PALERMO – Nel corso del 2017 e del primo biennio il mercato del lavoro siciliano è migliorato rispetto all’andamento negativo che ha caratterizzato il secondo semestre del 2016. Inoltre, l’occupazione media è cresciuta dell’1,1%.

Però, ancora, la Sicilia ha recuperato solo due settimi degli occupati persi tra il 2008 e il 2014, in contrasto con i dati nazionali, dove il numero di occupati sta per raggiungere il livello pre-crisi.

I lavoratori che operano all’interno del settore delle costruzioni sono diminuiti rispetto ai dati precedenti. Cambio di tendenza, invece, per quanto riguarda il settore agricolo e l’industria. Inoltre, per il terzo anno consecutivo è in crescita il terzo settore, sostenuto in particolare dal contributo del comparto alberghiero e della ristorazione, favorito a sua volta dall’incremento dei flussi turistici.

Fortunatamente, inoltre, grazie a una stabilità delle ore lavorative per settimana, il ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG) si è ridotto. Tra l’altro, come si legge nei  dati della Banca d’Italia, le ore autorizzate alla CIG “sono diminuite di oltre un quarto rispetto all’anno precedente e la contrazione ha interessato tutti i tipi di intervento“.

Nonostante la grave crisi del mercato del lavoro che si è registrata tra il 2016 e il 2017, l’occupazione, per ambo i sessi, è cresciuta.

Continua, invece, dal 2016, la diminuzione e la riduzione del lavoro autonomo e quest’ultimo non ha fatto che incrementare, per il terzo anno, l’impiego come dipendente, sia per contratti full time, che per quelli part time. Sono diminuiti gli accordi a tempo indeterminato, con una crescita di quelli a termine. Non ci sono state grandi variazioni per ciò che riguarda i contratti di apprendistato.

A contribuire in questa piccola crescita c’è l’Incentivo Occupazione Sud. Secondo i dati emessi dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps), infatti, a beneficiarne sarebbe stato un quinto delle assunzioni, trasformazioni a contratto a tempo indeterminato e di apprendistato.

Come si legge nei dati di Bankitalia: “Il tasso di occupazione, in media nell’anno, per gli individui tra 15 e 64 anni, è leggermente aumentato portandosi al 40,6% (58 la media nazionale). Come avviene da alcuni anni, l’incremento è stato rilevante per gli individui di età compresa tra i 55 e i 64 anni di età, anche a seguito dell’allungamento della vita lavorativa“.

Lo scorso anno, e anche nel primo trimestre del 2018, il tasso di occupazione di laureati si è ridotto venendo controbilanciato dalla popolazione con un titolo di educazione terziaria, con una media inferiore a quella nazionale.