Aron è morto, il pitbull bruciato vivo dal suo padrone: ennesima sconfitta della società

Aron è morto, il pitbull bruciato vivo dal suo padrone: ennesima sconfitta della società

PALERMO – Aron non ce l’ha fatta. Il pitbull legato a un palo e bruciato vivo in via delle Croci a Palermo martedì sera non è sopravvissuto alle gravi ustioni che ha riportato sull’80% del suo corpo e agli importanti danni agli organi interni.

Ci hanno chiamato dalla clinica. Aron non c’è più – ha annunciato la Lega antivivisezione (Lav) che aveva preso in affido il cane, sostenendone le spese mediche – Il suo corpo non ha retto, sebbene lui abbia lottato come un leone”.

Aron bruciato vivo: “Era il diavolo”

A gettarlo tra le fiamme è stato il suo padrone, Carmelo Russo, un 46enne senza fissa dimora conosciuto come “lo spadaccino”.

Passanti e residenti hanno fatto scattare l’allarme chiamando la polizia dopo aver visto il cane tra le lingue di fuoco.

È intervenuta la polizia, che ha portato via l’uomo e in strada si era già formata una folla di persone adirate per quanto visto.

Il 46enne così è stato portato in Questura e, nel tragitto, ha pure danneggiato l’auto degli agenti. Poi ha ammesso di aver dato fuoco al suo cane perché “era il diavolo, aggressivo e non socievole, era posseduto. Puntava i bambini“.

Per l’ignobile gesto è stato denunciato per crudeltà contro gli animali, ma attualmente è libero.

Il responsabile ha rischiato il linciaggio

I cittadini si sono ribellati e sono profondamente indignati per quanto accaduto. Il responsabile delle atrocità avrebbe rischiato anche il linciaggio, tanto che sono dovuti intervenire poliziotti e carabinieri.

Dopo aver arso vivo Aron, infatti, il 46enne sarebbe scappato. Nel parco intitolato a Piersanti Mattarella si era nascosto tra le giostre.

Gli animalisti lo hanno trovato e hanno iniziato a inveire contro di lui, minacciandolo in ogni modo possibile. I militari sono giunti in soccorso evitando il peggio.

I precedenti ignobili

Ma c’è dell’orrore dietro a questa folle pagina di cronaca. Non sarebbe un caso isolato.

Carmelo Russo avrebbe tentato altre volte di fare del male ad altri cani. In un episodio, si sarebbe recato all’ospedale Civico, prendendo di mira il cucciolo che sta lì, la “mascottedel nosocomio. L’intervento tempestivo ha scongiurato l’ennesimo maltrattamento.

Le parole della consigliera Raja

Dopo atroci sofferenze inflitte da un uomo è andato via. Ora – afferma la consigliera della Dc al Comune di Palermo, Viviana Rajavogliamo giustizia, la pena per chi uccide un animale va dai due mesi ai due anni. Troppo lieve“.

Serve rivedere la legge, la crudeltà verso gli animali è un chiaro segno di problemi sociali e relazionali, collegata alla violenza contro altri uomini. I cittadini ci chiedono di fare qualcosa in merito, purtroppo sfugge dalle nostre competenze.
Noi possiamo continuare a lavorare per gli animali fornendo a Palermo tutti i regolamenti sul benessere animale di cui è sprovvista. Il nostro impegno andrà in quella direzione“, conclude.

Le dichiarazioni della consigliera Leto

“Un gesto di estrema crudeltà perpetrato contro un essere vivente. Questo barbaro crimine non può restare inosservato, e l’autore, attualmente libero, rappresenta una minaccia per la comunità. Come sottolineato da Papa Francesco, ‘chi non ama gli animali non ama neanche i bambini’. Questo vile e brutale atto non solo offende la sensibilità umana, ma riflette anche una pericolosa mancanza di rispetto per la vita: gli animali vanno rispettati, protetti e amati come membri della nostra società“, dichiara la consigliera di Fratelli d’Italia, Teresa Leto.

Inoltre: “Chiediamo al sindaco di assumere un ruolo attivo in questo caso, costituendoci parte civile e insistendo sull’inasprimento delle sanzioni contro coloro che si macchiano di maltrattamenti animali. È imperativo promuovere campagne di sensibilizzazione per educare la comunità sui diritti degli animali e sulle conseguenze legali dei loro maltrattamenti.
I diritti riconosciuti agli animali misurano il grado di civiltà di una società“.

Non possiamo tollerare atti di barbarie come quello subito da Aron e insisteremo affinché la giustizia sia fatta e si adottino misure concrete per prevenire futuri episodi simili“, chiosa.

Le affermazioni della consigliera Concetta Amella

Sul caso anche la consigliera del Movimento 5 Stelle, Concetta Amella.

La storia di Aron è davvero straziante e pone l’accento sulla necessità di un impegno concreto per proteggere gli animali e garantire che tali atti disumani non restino impuniti. La Costituzione sottolinea l’importanza di riconoscere e difendere i loro diritti come esseri senzienti“, afferma.

È fondamentale che la mobilitazione dell’opinione pubblica, delle organizzazioni animaliste e delle autorità competenti si traduca in pene esemplari contro chi commette gesti così orribili affinché venga perseguito e punito con la massima severità“, sottolinea.

In questo contesto, “diventa dirimente inasprire le leggi esistenti contro la crudeltà verso gli animali, affinché diventino anche un efficace strumento di dissuasione oltre che di punizione nei confronti di quanti commettono atti così riprovevoli“.

Ma per arginare questi comportamenti violenti le sanzioni sono insufficienti: “Anche in questo caso occorre investire più risorse nella promozione dell’educazione alla compassione e al rispetto degli animali, con spot efficaci sui mass media e campagne di sensibilizzazione sia nelle scuole sia porta a porta nei condomini, contribuendo a creare così una cultura in cui la violenza verso di loro sia universalmente condannata“.

L’intervento di Borrelli

Il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli proprio l’altro giorno è intervenuto in Parlamento per chiedere nuove norme per tutelare gli animali.

Quel criminale, nonostante il suo orribile e barbaro gesto, è ancora a piede libero. Invece deve essere arrestato, commenta Borrelli.

“La questione è proprio questa, mancano norme efficaci e ben indirizzate. Se pensiamo che attività come la caccia selvaggia e gli spettacoli circensi con gli animali sono ancora consentite, anzi tutelate, vuol dire che abbiamo un grosso problema ed allora dobbiamo farci sentire. Tutti in piazza e diamo voce ai diritti degli animali”, prosegue.

Due petizioni per Aron e una manifestazione

La storia di Aron ha indignato e commosso tutta Italia, da Nord a Sud, smuovendo le coscienze di chiunque.

Per Aron, infatti, sono state lanciate ben 2 petizioni e, in poco tempo, tantissimi sono stati i firmatari.

Quello che si chiede è che venga fatta giustizia, rimodulando l’attuale normativa per avere più tutela. Non si può lasciare impunito un abominio simile.

Oggi, alle 14,30, gli animalisti scenderanno in piazza per una manifestazione ad hoc. L’area di Villa Deliella – dove si era abusivamente rifugiato Carmelo Russo – è stata sgomberata e murata, dunque non dovrebbe esserci neanche l’uomo responsabile del gesto inenarrabile. Ma si temono comunque disordini.

La relazione alla commissione giustizia

Il Garante Regionale dei diritti degli Animali per la Sicilia preannuncia di costituirsi parte civile contro l’autore.

Giovanni Giacobbe afferma: “Occorrerebbe fare sentire tutto il nostro sdegno a Roma. Da quando lo Stato ha avocato a sé la potestà legislativa esclusiva in materia di diritti degli animali con la modifica dell’art. 9 della Costituzione, è noto che la Regione non abbia più gli strumenti per legiferare in maniera tale da riuscire a prevenire né (ovviamente) a punire questi esecrabili reati perpetrati in danno degli animali”.

A tal proposito, è stata inviata anche una relazione alla commissione giustizia del governo Meloni.

Al giorno d’oggi – si legge– tutti i Paesi occidentali si sono dotati di leggi che sanzionano la crudeltà e il maltrattamento verso gli animali, ma l’Italia purtroppo è ancora indietro. Il progressivo evolversi della sensibilità collettiva nei confronti degli animali, connesso al crescente allarme sociale per la crescita esponenziale di fenomeni di maltrattamento e sfruttamento di varia natura, rendono certamente opportuno un nuovo intervento legislativo”.

Certamente, come Garante Regionale dei diritti degli Animali, mi costituirò parte civile al processo contro l’autore di questo abominio”, conclude Giacobbe.

Il Comune si costituirà parte civile

La speranza di questi giorni si è spenta stanotte con la terribile notizia della morte di Aron, il cane bruciato vivo martedì scorso. Non ci sono parole per descrivere un gesto totalmente folle provocato da una singola persona, se non esprimere la piena condanna e l’assoluta intollerabilità verso qualsiasi maltrattamento nei confronti di un animale“.

Questo è quanto dichiara il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

Per tali ragioni, “il Comune è pronto a costituirsi parte civile in questa drammatica vicenda. Grazie all’azione di attivisti e associazioni, oggi la sensibilità nei confronti degli animali è diversa rispetto al passato e voglio sottolineare l’impegno di chi si è prodigato per soccorrere e curare Aron, esempi da tenere a mente anche da parte delle istituzioni che devono proseguire lo sforzo a tutela degli animali”.

Le precisazioni di Laura Girgenti

Laura Girgenti, Responsabile regionale dell’ente di protezione animali “Ufficio Garante Diritti Animali”, ha specificato ai nostri microfoni: “Bisognerebbe però sottolineare che il cane era detenuto da Carmelo Russo all’interno di quell’area, legato e sotto la pioggia e che numerosi residenti avevano già segnalato e chiesto l’intervento di chi di competenza e che nessuno si è mosso“.

Poi prosegue: “A detta dei residenti, anche i carabinieri si sarebbero limitati a guardare il cane legato sotto la pioggia e sarebbero andati via senza effettuare l’intervento che era loro obbligo fare”.

Una sconfitta per la società

Nel frattempo, complice la rabbia, si leggono commenti di utenti pronti a “etichettaretutti i siciliani come “mostri“, quasi a voler generalizzare una colpa che, in realtà, non appartiene a nessuno se non all’autore del gesto.

I cittadini, infatti, si discostano con fermezza da quanto accaduto e tutte le azioni per sensibilizzare, le campagne, le petizioni, dimostrano che non si può – e non si deve – fare di tutta l’erba un fascio.

L’episodio che vede al centro il povero Aron e la sua tragica fine rappresentano un’autentica sconfitta per tutta la società, a prescindere da dove sia stato compiuto l’atto.

Richiamiamo alla mente anche l’episodio di circa un mese fa del piccolo gattino Leone, scuoiato vivo ad Angri, in provincia di Salerno. La cattiveria umana non ha limiti, né Regioni. Ma, fortunatamente, la stragrande maggioranza lotta per migliorare le cose.

Occorre, dunque, rivedere priorità, leggi e sensibilizzare maggiormente ogni singolo cittadino. Allo stato attuale non serve fare silenzio, ma tanto rumore per un cambiamento rapido.