Siamo nel 1992, Bill Clinton vince le Presidenziali USA contro il suo sfidante George H. W. Bush e diventa il 42° Presidente degli Stati Uniti, l’Unione Sovietica è disciolta da pochi mesi, in Italia esplode il caso “Mani Pulite”, viene firmato il Trattato di Maastricht e il grande schermo si entusiasma per “Basic istinct” con Sharon Stone e Michael Douglas.
Tutti eventi e fenomeni che hanno certamente segnato la storia recente del nostro pianeta. Tra questi e molti altri, tuttavia, ve n’é uno considerato il precursore dell’epoca moderna, contraddistinta dalle infinite interazioni attraverso i social network e da un’istantaneità comunicativa sempre più immediata.
In quell’anno infatti, esattamente il 3 dicembre, l’ingegnere britannico Neil Papworth si rende pioniere di una rivoluzione tecnologica che cambierà radicalmente il modo di relazionarsi tra gli esseri umani. Ma all’epoca non poteva ancora saperlo.
Al tempo, Papworth ha appena 22 anni e lavora per la Vodafone, azienda da poco distaccatasi dalla Racal Electronics Plc, società di elettronica. Il giovane invia un messaggio di testo contenente l’augurio “Merry Christmas” (“Buon Natale“) da un computer al cellulare di rete GMS di Richard Jarvis, direttore di Vodafone. Si tratta del primo SMS della storia.
Il primo messaggio tra cellulari verrà però scambiato l’anno successivo da Riku Pihkonen, stagista finlandese della Nokia. Da quel momento in poi, gli Short Message Services hanno conquistato il mondo in maniera esponenziale. Tuttavia, il “boom” di questa tecnologia non fu celere.
Per il lancio del servizio SMS bisogna attendere gennaio 1994 con la commercializzazione del Nokia 2010, il primo cellulare GMS Monoband con sistema di scrittura semplificata dalle dimensioni di un telecomando traccagnotto. Roba da preistoria se paragonato agli smartphone attuali.
Gli SMS non potevano superare i 160 caratteri – limite che ricorda quello precedentemente presente su Twitter – ma nel corso degli anni questo “muro” primordialmente deciso dagli Bernard Ghillebaert e Friedhelm Hillebrand sullo studio relativo al numero medio di battute usate per comunicare tramite Telex venne gradualmente bypassato dall’introduzione del T9 (Text on 9 keys) che ispirò la cosiddetta scrittura abbreviata: quante volte vi capita di scrivere “cmq” per “comunque?“.
Dalla prima metà degli anni ’90 a oggi ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti. Gli SMS sono stati affiancati dagli MMS e, nell’ultimo decennio, WhatsApp ha contribuito a far compiere un salto evolutivo alla comunicazione tra dispositivi. Adesso l’introduzione del 5G promette di riuscire ad abbattere anche le ultime barriere della comunicazione rimaste ancora in piedi. Buon compleanno, futuro!