Messina senz’acqua, Codacons chiede le dimissioni di Crocetta

Messina senz’acqua, Codacons chiede le dimissioni di Crocetta

MESSINA – Continua a destare scandalo l’ormai assurda situazione in cui si trova Messina. Ieri il presidente Crocetta è tornato nella città promettendo un milione di euro, che si andrebbero ad aggiungere ai due già stanziati dalla capitale, per gli interventi che servirebbero a fronteggiare la “medievale” gestione delle risorse idriche. 

Ma per il CODACONS la colpa sarebbe anche dell’AMAM (Azienda Meridionale Acque Messina), che non ha fatto abbastanza per assicurare in tempi accettabili un decente ripristino del servizio.

È intervenuto sulla vicenda anche Francesco Tanasi, segretario nazionale del CODACONS, che ha invocato l’intervento della magistratura per chiarire le responsabilità dell’accaduto, domandandosi perchè il Presidente del Consiglio Renziin piena emergenza non venga in Sicilia per rendersi conto della gravità della situazione attuale e di quanto accaduto”.

I cittadini vogliono capire perchè i tubi si rompono continuamente – aggiunge Antonio Cardile vicepresidente regionale del CODACONS -.  Siamo in presenza di manovre sbagliate? Dell’utilizzo di materiale scadente? O di errori umani nella collocazione o manutenzione di tubazoni ed impianti?”. 

Secondo i due esponenti del CODACONS non basta dire, come fatto da Crocetta, che la Regione sta seguendo “una situazione disastrosa della distribuzione idrica dell’acqua, che si basa su un sistema arcaico“, ma occorre che anche la Regione siciliana riconosca le proprie responsabilità in materia ambientale e di cura del territorio.

Per questo il Codacons  chiede le dimissioni sia di Crocetta che dei vertici dell’AMAM.

“L’azienda idrica messinese – secondo  l’avv. Cardile – inoltre non rammenta che nei primi quattro – cinque giorni giorni dell’emergenza, mentre i cittadini affrontavano serissimi problemi, l’AMAM dichiarava che la situazione era sotto controllo, finchè non è stato, di fatto, commissariata prima dalla Prefettura ed ora dalla Protezione Civile.  L’emergenza è stata gestita male e i governi nazionale e regionale hanno compreso la gravità di quanto accadeva a Messina solo dopo la ‘rivolta’ innescata dai social network”.

Il CODACONS inoltre ha lanciato una “vera” class action di tutti i cittadini messinesi per far luce sulla vicenda, istituendo anche un apposito sportello nella sede di Messina in via San Filippo Bianchi n. 48. L’associazione invoca anche un intervento della magistratura per accertare se vi sia stata una mancata adozione di provvedimenti idonei “aggravata dall’estensione del territorio colpito” e dal “protrarsi di una situazione di gravità inaudita“.