MESSINA – È giallo su quanto accaduto a una donna di 60 anni del Messinese, sfregiata al volto con dell’acido da un uomo all’uscita dalla Messa Pasquale a San Filippo del Mela. Dopo giorni di indagini il fatto è venuto alla luce.
La vicenda
Pare che subito dopo la Messa, la sera di Pasqua, la donna sia stata avvicinata da un uomo – a quanto pare conosciuto dalla 60enne – che le avrebbe lanciato il liquido corrosivo sul volto, per poi fuggire via. L’episodio di violenza è avvenuto a Olivarella, una frazione di San Filippo del Mela. Siamo in provincia di Messina.
La donna è stata trasportata all’ospedale di Milazzo. Qui il personale medico ha riscontrato un danno agli occhi per il quale adesso rischierebbe di perdere la vista.
Si indaga per risalire all’aggressore.
Episodio simile a Catania
Lo scorso 30 marzo, a Catania, una donna sarebbe stata affiancata dal conducente di un’auto in marcia, mentre si trovava in strada nei pressi della Stazione Ferroviaria, che le avrebbe lanciato del solvente in faccia dopo averle urlato il cognome di un collaboratore di giustizia che in passato avrebbe frequentato.
La vittima, condotta in ospedale, avrebbe riportato un arrossamento al viso guaribile, secondo la prognosi dei medici del nosocomio, in sette giorni. La donna avrebbe confermato agli agenti giunti sul posto e che indagano sull’accaduto, che in passato avrebbe frequentato un collaboratore di giustizia di Adrano.
Chi è Salvatore Giarrizzo
Il cognome urlato dall’uomo in auto, prima di lanciare il liquido alla donna, sarebbe stato “Giarrizzo“. Quest’ultimo era il boss e reggente, anni fa, del clan mafioso Scalisi, arrestato nel 2020 durante l’operazione “The King“. Nell’estate dello stesso anno, Giarrizzo, decise di collaborare con la giustizia diventando un pentito. Da lì iniziarono una serie di eventi delittuosi a discapito del boss e della sua famiglia. Era il 2021 quando venne incendiato un camion dei panini di un familiare del collaboratore e che era stato in uso allo stesso Salvatore Giarrizzo. Dalle intercettazioni disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito dell’inchiesta “Triade“ del marzo del 2021, erano emersi dei progetti di vendetta della cosca adranita nei confronti del pentito e dei suoi familiari. Le indagini eseguite dal Commissariato di Adrano e dalla Squadra Mobile di Catania, fecero emergere – secondo la Direzione Distrettuale Antimafia etnea – “il forte disappunto tra gli affiliati al clan Scalisi” per la decisione di Giarrizzo di diventare un collaboratore di giustizia, tanto da “progettare atti intimidatori nei suoi confronti“.
Le indagini sull’episodio
In merito a quanto accaduto sono state avviate delle indagini. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Catania stanno indagando al fine di ricostruire con esattezza la vicenda che ha visto protagonista la donna e identificare l’autore del gesto. Al momento, secondo le prime informazioni trapelate, non sarebbe esclusa alcuna pista.
Foto di repertorio