Decesso Luciana Mangiò, prima vittima siciliana di Coronavirus: una vita a Treviso tra storia, cultura e tabacco

Decesso Luciana Mangiò, prima vittima siciliana di Coronavirus: una vita a Treviso tra storia, cultura e tabacco

MESSINA – Luciana Mangiò, 75 anni, è la prima vittima siciliana di Coronavirus. La donna, deceduta a Treviso, era ricoverata all’ospedale Ca Foncello per via delle diverse patologie di cui avrebbe sofferto e che avrebbero contribuito all’azioneassassina” del virus che sta scioccando l’Italia e il mondo intero.

La sua storia, secondo quanto scritto su Il Gazzettino.it, è quella di una persona così amante della cultura tanto da diventare professoressa e trasmetterla ai suoi alunni del liceo “Duca degli Abruzzi” di Treviso, dove arrivò dalla Sicilia all’inizio degli anni 70′, più precisamente dalla provincia di Messina. Il ritratto di Luciana è l’immagine di una persona che non è mai stata sposata e, dunque, senza alcun figlio. Appassionata di viaggi e cultura, ma anche di cose meno edificanti come il vizio del fumo.

La sua vita sarebbe stata costellata da problemi fisici e di salute, come hanno sottolineato anche le sue ex studentesse. Dal diabete ad altri problemi legati all’uso prolungato ed eccessivo del tabacco, come le complicazioni respiratorie delle quali sarebbe caduta vittima prima di morire.

Così sarebbe morta Luciana Mangiò, sola e inferma anche a causa dell’obesità cronica, che l’ha tenuta reclusa in casa assieme alla sua badante moldava negli ultimi anni di vita. Così sola, ma anche così rispettata da quei ragazzi, ormai diventati adulti, ai quali ha insegnato (o almeno provato a insegnare) almeno una parte del suo amore più grande, la cultura. È morta in silenzio, il silenzio degli umili, di coloro i quali, dopo aver lasciato qualcosa in questo mondo, si mettono da parte, senza manifesti o cose simili e che, nonostante ciò, verranno ricordati per sempre da chi ha saputo cogliere i loro insegnamenti.

Fonte immagine Il Gazzettino.it