CAPIZZI – Vincenzo Farinella possedeva beni che non aveva dichiarato: ora è scattato un procedimento finalizzato alla confisca, disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Messina, proposto dal direttore della Direzione Investigativa Antimafia. Nello specifico si tratta di beni per un valore di 3,5 milioni di euro: un compendio aziendale, quote di 3 imprese con sede a Capizzi che operano nel campo dei prodotti agricoli e nell’edilizia, 11 automezzi, 7 beni immobili e varie disponibilità bancarie e postali.
Il rinvenimento di questi beni scaturisce da un’indagine partita dall’analisi delle risultanze giudiziarie, delle frequentazioni, nonché degli esiti di investigazioni finanziarie di Vincenzo Farinella e dei suoi familiari.
Inoltre, a quanto pare, sfruttando le conoscenze all’interno del clan mafioso di Mistretta, Vincenzo Farinella, mediante la società Giavin Srl, a lui stesso riconducibile, si è fatto strada, nel settore degli appalti pubblici, acquisendo illecitamente le relative commesse. Ha anche intrattenuto rapporti con persone già note alle forze dell’ordine per associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona e stupefacenti, tra cui Mario Giuseppe Scinardo (49enne, già sorvegliato speciale e destinatario di una confisca, sempre su proposta della Direzione Investigativa Antimafia), con il quale ha costituito la società Edilcalcestruzzi Srl con sede a Militello diventando, poi, l’unico amministratore di essa.
Vincenzo Farinella, 52 anni, era stato arrestato nel 2007 durante l’operazione “Montagna”, con l’accusa di associazione mafiosa, riconducibile a “Cosa Nostra”, finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio, all’acquisizione, alla gestione ed al controllo di attività economiche. L’imprenditore appartenente al clan mafioso del “Gruppo di Mistretta” è stato condannato nel giugno del 2012 a 4 anni e 9 mesi di reclusione e alla misura di sicurezza della libertà vigilata.
Foto: Keppler, Udo J., 1872-1956, artist.
