Banda di spacciatori attiva dal 2018 al 2021: 4 misure cautelari nel Messinese

Banda di spacciatori attiva dal 2018 al 2021: 4 misure cautelari nel Messinese

MESSINA – Sono quattro gli individui indagati per detenzione e spaccio di droga nel Messinese, motivo per cui i carabinieri della compagnia di Sant’Agata di Militello e di Rovigo hanno eseguito dei provvedimenti cautelari contro i soggetti prima citati.

Le persone coinvolte sono un 46enne di Tortorici, un 49enne, 34enne e 27enne (residente a Rovigo) di Castell’Umberto. I reati sono stati commessi tra il 2018 e il 2021 nei comuni del comprensorio nebroideo.

Spaccio di droga tra il 2018 e il 2021: l’esito delle indagini

Le misure cautelari prevedono l’obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza con divieto di uscire dall’abitazione nelle ore notturne.

I carabinieri di Tortorici hanno iniziato le indagini nel 2018, approfondite dai carabinieri di Sant’Agata Militello, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Patti. Durante il corso delle indagini, gli agenti hanno effettuato diversi sequestri di marijuana, hashish e cocaina.

Tutto ha avuto inizio con l’arresto in flagranza di reato di due degli indagati, avvenuto il 15 gennaio 2018. I militari dell’Arma hanno trovato gli individui in possesso di una grande quantità di stupefacenti di vario tipo, denaro, materiale per il confezionamento e un “libro mastro” contenente annotazioni sulle ordinazioni di droga da parte dei vari acquirenti.

Intercettazioni telefoniche e ambientali

La natura e la quantità di droga, insieme alla presenza del “libro mastro”, hanno spinto gli investigatori a disporre intercettazioni telefoniche e ambientali. Queste intercettazioni hanno rivelato l’esistenza di un vasto e redditizio traffico di droga gestito dagli indagati, che svolgevano il ruolo di intermediari, rifornendosi da vari fornitori per poi rivendere la droga ad altri giovani indagati, responsabili dello spaccio da strada.

Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, come sancito dall’articolo 27 della Costituzione.