Elezioni. Fine degli imbrogli, nuova “scheda antifrode”: non si imbuca nell’urna

Elezioni. Fine degli imbrogli, nuova “scheda antifrode”: non si imbuca nell’urna

Tra le novità introdotte dal Rosatellum, la legge elettorale approvata nell’ottobre 2017 che disciplina l’elezione alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, per le prossime elezioni del 4 marzo c’è la cosiddetta scheda elettorale con “tagliando antifrode”.

Si tratta di un escamotage di sicurezza per il voto elettorale, ideato a scopo precauzionale e utilizzato per impedire il voto di scambio: l’elettore non imbucherà personalmente la scheda nell’urna.

In pratica, al cittadino verrà consegnata una scheda munita di un codice progressivo alfanumerico generato in serie, lo stesso riportato sul tagliando cartaceo allegato, che verrà annotato sul registro. Dopo aver votato, l’elettore non dovrà più mettere la scheda nell’urna, come è stato fino ad oggi, bensì dovrà consegnarla al presidente del seggio.

Il presidente, a quel punto, staccherà il tagliando dalla scheda e confronterà il codice con quello appuntato. Solo dopo tale controllo il presidente del seggio inserisce la scheda nell’urna che – dopo aver staccato il tagliando – tornerà ad essere anonima. Il meccanismo è descritto dettagliatamente nell’articolo 58 della legge 361 dove si legge:
“L’elettore consegna al presidente la scheda chiusa e la matita. Il presidente constata la chiusura della scheda […] verifica l’identità dell’elettore esaminandone la firma e il bollo e confrontando il numero scritto sull’appendice con quello scritto sulla lista; ne distacca l’appendice […] stacca il tagliando antifrode dalla scheda, controlla che il numero progressivo sia lo stesso annotato prima della consegna e, successivamente, pone la scheda senza tagliando nell’urna”.

Questo stratagemma è stato introdotto per evitare che il cittadino porti con sé e consegni schede contraffate, compilate precedentemente fuori dal seggio.