Il passaggio a Nord Ovest di Filippo Mennuni: alla scoperta di un mondo rispettoso del tempo

Il passaggio a Nord Ovest di Filippo Mennuni: alla scoperta di un mondo rispettoso del tempo

ACI CASTELLO – Ieri pomeriggio si sono aperte le porte di Jala per accogliere un uomo che ha fatto del mare il proprio mestiere: Filippo Mennuni.

I padroni di casa, Corrado Ragusa e Cristiana Cardillo, con i loro “racconti del mare” ci introducono un personaggio che ha fatto della navigazione a vela non solo la propria professione ma anche una ragione di vita. Inizia a lavorare come skipper e poi comandante per le principali agenzie di charter internazionali.

L’incontro e l’amicizia con Cino Ricci, il famoso skipper di Azzurra, lo proietta nel mondo degli avvenimenti sportivi legati alla vela. La grande svolta è l’incontro, nel 2005 con Susy Blady e Patrizio Roversi, personaggi molto famosi in tv grazie al programma Turisti per Caso. Assume il comando della loro barca che li porterà lungo le rotte del Beagle, l’imbarcazione con cui Darwin fece la sua storica navigazione nel XIX secolo. Da qui la svolta per il velista che inizia a dedicarsi ad imprese a sfondo naturalistico e di ricerca. Nel 2009 lo troviamo per 2 anni su La Boudeuse, una goletta francese a tre alberi, con cui parte per una missione scientifica sui grandi fiumi dell’america latina, alla ricerca di nuove specie animali e per conoscere le tribù indigene che vivono sulle acque.

Ma le grandi imprese di Filippo Mennuni sono legate soprattutto all’armatore Nanni Acquarone ed al suo Best Explorer. Con cui decidono di compiere il difficile passaggio a Nord Ovest. Un viaggio partito dalle coste della Norvegia che, in 4 mesi e mezzo di navigazione, li porta ad attraversare l’arcipelago del Canada per poi approdare sulle coste dell’Alaska. Un percorso molto complicato e pieno di insidie, tra iceberg e piattaforme di ghiaccio galleggianti, dove i ritmi sono spesso legati dal trovare i giusti passaggi per non finire circondati da muri di ghiaccio.

Il tempo assume un’importanza relativa, i naviganti imparano a rispettarlo e non forzarlo, consci del fatto che a dettare i ritmi non sono gli orologi ma la natura che li circonda. La barca insegna che il mare non si può forzare: se non vuole farti passare occorre rimanere fermi. Il tempo potrebbe sembrare un nemico ma non lo è: una decisione avventata potrebbe diventare una catastrofe.

Una riflessione che sembra contro l’attuale natura del mondo moderno, sempre in corsa e con l’ansia di dover fare. Un insegnamento non solo per i naviganti del mare ma anche per quelli della vita per riscoprire la bellezza di godersi il proprio tempo.

Foto di Mariangela Cinardo e Filippo Sicali