Il covo di Messina Denaro: l’agenda e i referti medici, c’è un altro luogo segreto

Il covo di Messina Denaro: l’agenda e i referti medici, c’è un altro luogo segreto

CAMPOBELLO DI MAZARA – È tutto da ricostruire il puzzle sulla latitanza di Matteo Messina Denaro e gli investigatori stanno acquisendo tutti gli elementi per dare risposte alle tante domande che, anche la gente comune, si pone. Una su tutte: come sia stato possibile vivere la vita da cittadino qualunque nel territorio d’origine nonostante le telecamere piazzate in ogni angolo.

Occorrerà chiarire se siano contenuti soltanto nei 60 metri quadrati dell’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, ultimo covo in ordine di tempo, i segreti dell’attività mafiosa, gli incontri e le connivenze del super boss, oppure ci sia un altro luogo da identificare e perquisire.

Secondo le informazioni che trapelano, oltre a quelle effimere che attengono alla vita privata e alla passione per gli oggetti di lusso e per le donne, pare che nell’ultimo covo siano stati trovati riflessioni personali e date di incontri con i familiari appuntati in un’agenda ma non importanti documenti e materiale riservato. Questo particolare fa propendere gli inquirenti, e sarebbe plausibile, che ci siano stati altri luoghi dove Messina Denaro ha trascorso la latitanza e dove sarebbero custodite informazioni utili a tracciare ruolo e favoreggiatori e non soltanto le abitudini di uomo, tra l’altro risaputo, avvezzo alla bella vita.

Comunque l’agenda potrebbe dare spunti investigativi importanti visti i tantissimi documenti sanitari e referti di visite specialistiche, molte oculistiche, sostenute da Messina Denaro durante il corso degli anni.

Come si è arrivati al covo dell’uomo più ricercato del mondo, responsabile di reati, omicidi e delle stragi che hanno insanguinato l’Italia tra il 92 e il 93?

Gli inquirenti sono risaliti a un’Alfa Romeo 164 e grazie alla chiave ritrovata nel borsello, insieme a due cellulari, e a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell’auto. Tra le riprese c’era anche quella del boss che entrava e usciva dall’abitazione di Campobello con le borse della spesa.

Inizia a delinearsi anche la posizione del vero Andrea Bonafede che, secondo le prime risultanze investigative, avrebbe prestato l’identità a Messina Denaro, latitante da 30 anni e arrestato nella clinica privata La Maddalena di Palermo dove si recava periodicamente da un anno per curare il cancro al colon.

L’appartamento l’ho comprato io per conto suo. Mi ha dato 20mila euro” ha raccontato ai pm il geometra di Campobello di Mazara che ha dunque dato il nome e il cognome ma anche il pieno supporto allo stragista conosciuto fin da ragazzo. L’ammissione di aver comprato la casa usata come covo con i soldi ricevuti dal boss è avvenuta durante l’interrogatorio dei carabinieri che lo hanno indagato per associazione mafiosa.

Indagini riguardano anche la figura del medico che aveva in cura Messina Denaro, Alfonso Tumbarello, membro del Grande Oriente d’Italia, associazione massonica dalla quale è stato sospeso in queste ore, e il commerciante di olive Giovanni Luppino, omonimo del capomafia, autista del boss. Luppino è stato arrestato per favoreggiamento perché era proprio lui ad accompagnare il boss a fare le terapie chemioterapiche alla clinica palermitana.

Anche i legami con la famiglia sono passati al setaccio dagli inquirenti. “No, guardi, non voglio sapere niente. Se ne può andare da dove è venuta“, è la prima replica della figlia di Messina Denaro nata dalla relazione con Francesca Alagna nel ’95. La casa di Lorenza si trova in una delle arterie principali di Castelvetrano e ci vive con il suo compagno e il figlio. Fino a ieri è stata sorvegliata dalle forze dell’ordine nella speranza di un passo falso del padre. Lo scrive il Fatto Quotidiano.