L’Acireale C5 modello italiano nel settore giovanile

L’Acireale C5 modello italiano nel settore giovanile

ACIREALE – In Sicilia, molto più che nel resto d’Italia, scarseggia, negli ultimi anni, la quantità di giovani sui quali le società scommettono, puntando sempre sull’esperienza dei cosiddetti “senatori”.

Con l’andare del tempo tutto ciò ha provocato un decorso nella crescita dei piccoli calciatori, che sempre con più difficoltà affrontano campionati per i quali non sono pronti, appunto perché non svezzati in precedenza. La Lega Nazionale Dilettanti, dal canto suo, ha riformato il sistema delle convocazioni, obbligando le squadre militanti nel campionato regionale di Serie C1 a portare in panchina due elementi Under 23 e due Under 18 e a tenerne almeno uno in campo per tutti i 60’ di gioco. Tale regolamentazione ha sì aiutato a ringiovanire qualche rosa, ma non ha risolto il problema, dato che in Serie C2 e in Serie D, campionati nei quali è più semplice far giocare un giovane inesperto, non vige alcun obbligo, se non quello di avere un solo juniores in distinta (solo in C2).

Per fortuna, in un contesto non troppo ottimistico, ci sono società che riescono a distinguersi, non solo lanciando giocatori pronti nei campionati inferiori, ma addirittura valorizzando i propri migliori elementi nel “Futsal che conta”.

È il caso dell’Acireale C5, portavoce in tutta la penisola italiana di un messaggio importante. Il settore giovanile, curato meticolosamente e con competenza dal responsabile Ugo Petrina e dall’allenatore della prima squadra Salvo Samperi, è completo di tutte le categorie e composto da piccoli atleti promettenti, con alcuni di loro già pronti per calcare grossi palcoscenici. Nell’ultima gara di Serie A2, vinta per 3-2 sul Catania Librino, ben sei dei dodici convocati granata sono stati cresciuti nel vivaio acese (spiccano il portiere Sebastiano Tornatore e Alessio Trovato, i quali annoverano presenze nella Nazionale Italiana Under 21, il primo addirittura nella Nazionale maggiore), sintomo che il progetto portato avanti dall’entourage capitanata da Petrina produce dei risultati entusiasmanti. A tale proposito, abbiamo intervistato l’allenatore della prima squadra, Salvo Samperi, che a soli 26 anni siede già su una panchina di A2 con grandissimi risultati.

Il vostro lavoro ha fruttato davvero molto in questi anni, non solo in termini di giocatori valorizzati, ma anche di trofei conseguiti. Quali e quanti titoli avete ottenuto con le giovanili negli ultimi anni?

“Questi ragazzi ci hanno riempito di soddisfazioni, ripagando sul campo i sacrifici fatti per crescere al meglio. Abbiamo vinto 4 titoli regionali con la juniores; 1 titolo regionale con gli allievi, 1 titolo regionale con i giovanissimi; 1 Scudetto con i giovanissimi nella passata stagione. In totale abbiamo, inoltre, raggiunto ben 7 Final eight.”

Chi guarda le vostre distinte nota che fate giocare spesso ragazzi più piccoli dell’età che la categoria prevede (giovanissimi nel campionato allievi, allievi nel campionato juniores, ecc). È una vostra filosofia? O semplicemente avete avuto la fortuna e l’abilità di trovare ragazzi già pronti?

“Quella di fare giocare ragazzi sotto età è una nostra filosofia, crediamo che se un ragazzo si confronta con ragazzi più grandi migliora sicuramente. In questo modo siamo riusciti a sfornare tanti giovani provenienti dal nostro settore giovanile e a farli giocare stabilmente in prima squadra, molti di loro in questi anni hanno conquistato varie convocazioni con la Nazionale”.

Quale consiglio daresti ad ogni società che volesse fare del settore giovanile la propria forza?

“Il settore giovanile rappresenta il patrimonio e la forza di ogni società, l’unico modo per creare un settore giovanile da cui attingere è quello di fare una programmazione seria che mira alla crescita dei ragazzi e non al raggiungimento di un risultato sportivo, se la programmazione sarà fatta in maniera opportuna i risultati saranno semplicemente una conseguenza”.

Sei d’accordo sulle regole che vincolano l’utilizzo dell’under23 in serie C1, mentre in C2 ed in D non accade? Se non sei d’accordo, come la modificheresti?

“Sulla presenza degli under in C1 non mi trovi d’accordo, credo che non debba esserci nessun obbligo da parte delle federazione in tal senso piuttosto credo che sia importante obbligare tutte le squadre di C1 e C2 ad avere formazioni giovanili: Giovanissimi, Allievi e Juniores. Credo che in questo modo sarà una conseguenza vedere tanti under giocare nelle rispettive prime squadre”.

La rosa che stai allenando per un altro campionato di A2 (stramaggioranza di italiani, con buona parte cresciuti nella vostra “cantera”) ha dimostrato di essere matura abbastanza da raggiungere grandi risultati negli ultimi 2 anni. Qual è l’obbiettivo dell’Acireale Calcio a 5, quest’anno?

“L’obiettivo dell’Acireale calcio a 5 è quello di valorizzare sempre di più i giovani locali curando meticolosamente il settore giovanile. Tutto i risultati che seguiranno a ciò, ripeto, saranno una mera conseguenza del lavoro svolto”.