Graziano Falzone sul tetto del mondo, è campione di kick boxing: “È stata la mia finale, ma non mi sento arrivato”

Graziano Falzone sul tetto del mondo, è campione di kick boxing: “È stata la mia finale, ma non mi sento arrivato”

CATANIA – Lo avevamo lasciato carico e pieno di speranze per la vittoria finale al mondiale Ico, categoria full contact, di Birmingham, disputato dal 20 al 22 ottobre. Oggi, a quasi un mese di distanza, Graziano Falzone si ripresenta come nuovo campione del mondo di kick boxing, unico siciliano presente nel Team Italia.

All’età di 26 anni, infatti, Graziano ha vinto il mondiale in Inghilterra, accompagnato dal coach Piero Maugeri: la chiamata era giunta direttamente dal presidente della federazione Ico Italia, Alessandro Cecchini, che aveva deciso di convocarlo nel team per Birmingham. Dopo diversi incontri in un tabellone a eliminazione diretta, il pugile catanese è riuscito a battere tutti gli avversari che si è trovato davanti, per poi conquistare il medaglione d’oro e salire sul gradino più alto del podio.

Giunto negli studi della nostra redazione, Graziano ha raccontato le emozioni di quella giornata finale che lo ha visto trionfare: “Non era facile, lo ricordo: dovevo recuperare la forma dagli ultimi match, bisognava affrontare l’ultimo atto contro il campione in carica Paul Morris, inglese e quindi “beniamino” del pubblico. Ero emozionato, carico a mille ma con la consapevolezza di essere lì, a un passo dalla vittoria e dalla conquista del titolo. Consapevole che sarebbe stata dura sotto i punti di vista, perché tutto sembrava giocare a mio sfavore, ho pensato però a tantissime cose. Quando sono salito sul ring, però, tutti i cattivi pensieri sono andati via e non ho sbagliato”.

Prima di iniziare a combattere, tuttavia, la tensione è umana e Graziano, pur realizzando di essere a un passo dalla vittoria, si era chiuso nel suo “io interiore“: “Avevo tantissima tensione addosso, non parlavo. Ero concentrato, ma il mio coach se n’è accorto. In lui ho trovato il mio punto di riferimento, perché mi sono sentito capito. Aveva colto il mio stato d’animo, ci siamo ‘connessi’ e i risultati, alla fine, si sono visti”.

“Ci sono stati tre round – ha proseguito l’atleta -, uno più intenso dell’altro. Nel primo ho studiato maggiormente l’avversario, per analizzarne i punti deboli, ho seguito i consigli che mi erano stati dati. Dal secondo round in poi ho giocato all’attacco, con un crescendo di azioni, colpo su colpo. Ho dato un montante a Morris, nella zona del fegato, ed è stato contato. Vedendo sempre di più il risvolto positivo del match, nell’ultima fase ho sferrato colpi decisivi, facendola da padrone e vincendo, all’unanimità, ai punti”.

Da lì, l’emozione più grande: “Nel momento in cui sono stato proclamato vincitore dell’incontro, e il direttore di gara ha alzato il mio braccio al cielo, la prima cosa che ho fatto è stata guardare mia madre e sentire le sue urla di gioia per il successo, vedendo anche il sorriso di mio padre sugli spalti. Nel suo sguardo c’era tantissima soddisfazione, sentivo che era orgoglioso di me e di quello che sono riuscito a fare. Loro sono venuti il giorno prima della finale, mi hanno fatto una grandissima sorpresa, dandomi ulteriore carica prima del match. In seguito, sono stato acclamato dal mio coach, che mi ha portato in braccio sopra il ring. Tuttora non riesco a realizzare di essere salito sul tetto del mondo, dopo tutti i sacrifici fatti e i duri allenamenti, giorno dopo giorno, senza mai vedere orari e pensando solo all’obiettivo di primeggiare. Non c’è cosa più bella di ottenere dei risultati lottando e lavorando sempre, con la massima dedizione e il massimo impegno. Soltanto con questi elementi, tutto è possibile. E nella vita, anche se c’è tanta gente che non crede in te, l’importante è credere in se stessi”.

Parole importanti anche da parte del maestro Piero Maugeri, anche lui campione del mondo di kick boxing negli scorsi anni. Per lui, la soddisfazione di aver vinto un mondiale di aver allenato un atleta che ha raggiunto il suo stesso traguardo: Lui è la mia vittoria, i nostri sacrifici sono stati ripagati. Non posso che fargli i complimenti, si è allenato duramente, il lavoro svolto in palestra è stato prezioso. Ha fatto tesoro di ogni consiglio. Mi piace aggiungere che dal momento in cui Graziano ha indossato quel medaglione, ha mostrato subito voglia di andare avanti, deterinazione. Vuole raggiungere altri traguardi come atleta continuando il nostro percorso insieme. Mi ha chiesto subito di allenarsi, dal momento in cui è terminato il mondiale, per tagliare altri traguardi. Per questo sport, oltre ad avere le caratteristiche tecniche e quindi le doti fisiche, una cosa fondamentale che deve esserci è il cuore“.

Un cuore che, Graziano, ha dimostrato di avere quando ha definito la kick boxing come una “seconda casa“, dopo ovviamente la sua famiglia. Sovviene in questo momento, poi, la dedica per la figlia: “Quando sono tornato a Catania, sono andato subito da lei. Ho pensato che, come mi ero ripromesso, quando sarà grande e si ricorderà di questo momento, potrà essere orgogliosa di me. Questa vittoria la dedico anche e soprattutto a lei”.

Dopo alcune disavventure all’aeroporto di Birmingham, e i “rallentamenti” a causa di diverse persone che hanno fermato il pugile per chiedere una foto o un autografo visto l’importante riconoscimento ottenuto, Graziano non ha preso giorni di pausa. È “volato” in palestra per tornare dai suoi allievi, che lo hanno riaccolto a braccia aperte per festeggiare con il loro maestro la vittoria: “Questo mi fa capire che sono riuscito a trasmettere sia a livello professionale che emozionale un forte amore per questo sport, che è sempre stata la mia passione”.

Quali sono i progetti per il futuro? Graziano e il coach Maugeri ce lo spiegano in questo video, dove si ringrazia il presidente Cecchini per l’opportunità che è stata fornita a entrambi. Uno degli obiettivi, chiaramente, è quello di crescere e “formare all’interno della mia palestra, l’Accademia del Combattimento, piccoli e grandi campioni di kick boxing e karate”.

 

La Ico Italia lo ha riconfermato per altre competizioni nazionali e internazionali di primo livello, Graziano Falzone sarà ancora l’unico atleta siciliano presente. Con un obiettivo in più, una nuova sfida un po’ più a est, verso le antiche civiltà. Verso la Grecia, per ascendere ancora. Stavolta da campione del mondo.