Caos tra scuole e società sportive, ingresso vietato in molte palestre. Manlio Messina: “Grave danno”

Caos tra scuole e società sportive, ingresso vietato in molte palestre. Manlio Messina: “Grave danno”

CATANIA – Attenzione puntata sul fronte scuola dove, ormai da settimane, si è fatto ritorno tra i banchi. Ma il margine di rischio in merito ai contagi è alto e persiste una situazione di allerta, in considerazione del fatto che oltre 900 scuole registrano almeno un contagio e 124 sono quelle già chiuse. Dunque nell’aria si respira una forte tensione che si riversa sullo svolgimento delle varie attività.

A tal proposito in Sicilia si sta discutendo in merito all’utilizzo delle palestre scolastiche. Pare che nelle varie province, le scuole, gli enti locali e le associazioni sportive esterne non riescano a mettersi d’accordo per poter usufruire degli spazi in occasione degli allenamenti. C’è chi si sta battendo a favore del rientro nelle palestre perché, come ci ha insegnato la pandemia, non ci si può fermare. Tutto deve andare avanti con la dovuta cautela, ci deve essere una ripresa e questa deve avvenire anche nello sport.

È quanto attenzionato da Manlio Messina. L’assessore siciliano al Turismo, Sport e Spettacolo è intervenuto ai microfoni di NewSicilia.it per spiegare la situazione nell’Isola e per lanciare un messaggio.

Cosa sta succedendo in Sicilia

“Sta accadendo che, per quanto ci riferiscono molte associazioni nei vari territori, che non si stanno riassegnando le palestre alle associazioni esterne. Anche quelle che non utilizzano le stesse per aule e classi perché alcune le hanno dovute utilizzare per problemi di spazi ma altre no. Quindi le palestre sono chieste dalle associazioni così come accade da sempre e pare che le scuole non le stiano cedendo. Questo è un grave danno per tutta l’attività motoria dei nostri ragazzi. Ovviamente non è competenza mia in quanto, sì io sono Assessore allo Sport, ma delle scuole non me ne occupo io. Pertanto ho scritto già al mio collega Roberto Lagalla (Assessore all’Istruzione e Formazione professionale) che devo dire, in maniera assolutamente celere, ha scritto e mandato la mia nota, allegandola alla sua, a tutti i provveditori. Speriamo che essi adesso intervengano. La stessa cosa ora la faremo con i Comuni in quanto comunque le proprietà agli immobili sono dei Comuni e chiederemo agli Assessori di intervenire per far sì che le scuole cedano le palestre regolarmente. Per quanto mi dicono le associazioni di riferimento c’è una percentuale molto alta di palestre che al momento non vengono cedute per gli allenamenti”.

Il messaggio da diffondere

” Il messaggio è che lo sport è vita e il Covid non si combatte chiudendo tutto bensì mantenendo le misure, rispettando le linee guida e i parametri di sicurezza. Non si può smettere di vivere perché c’è il virus. Dobbiamo stare attenti, contenerlo ed essere tutti responsabili, ma facendo le attività così come di consueto”.

In merito alla questione sollevata dall’assessore Messina, un esempio concreto arriva dalla provincia di Catania. A tal proposito, sono stati ascoltati ai nostri microfoni Simona Perni, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Di Guardo-Quasimodo” di San Giovanni Galermo (CT), e Pietro Calanna, presidente dell’associazione sportiva di pallavolo “U.S.Co. Gravina”. Quest’ultima ogni anno si è allenata anche nella palestra della scuola “Di Guardo-Quasimodo”, ma l’inizio della nuova stagione non sembrerebbe promettere bene per via dell’emergenza sanitaria. Abbiamo accolto entrambe le versioni e le riportiamo di seguito. Ecco il punto della situazione.

Pietro Calanna (A.S.D. “U.S.Co. Gravina“)

“Ancora non abbiamo una palestra scolastica dove poterci allenare. Tutto questo dipende dal Covid. Ufficialmente non ci è stato detto di no, semplicemente non siamo stati autorizzati. Solitamente in questo periodo negli anni precedenti le autorizzazioni erano state già concesse. Normalmente a metà settembre avviene il tutto. Siamo in una fase di attesa e si dovrebbe capire per quale motivazione non vengono concesse queste strutture. Qualcuno ha fatto della palestra un punto di emergenza Covid cambiando la destinazione d’uso dei locali. La scuola non è proprietaria della struttura ma a decidere è il Comune e questo ha dato una destinazione d’uso che non può essere cambiata dall’istituzione scolastica. Dunque bisognerebbe capire per quali motivazioni non possiamo ancora tornare ad allenarci”.

Simona Perni (I.C. “Di GuardoQuasimodo“)

“La scuola non può decidere di concedere la palestra o meno. Lo stabile della scuola è in carico agli enti locali quindi in realtà la concessione proviene da essi. Per quanto riguarda Catania, il Ministero dell’Istruzione ha fatto uscire delle FAQ verso luglio/agosto in cui si afferma che le palestre possono essere assegnate alle associazioni ma le associazioni devono rispettare determinate indicazioni. Per esempio portare il loro materiale, sanificare quando escono e seguire tutte le indicazioni. Noi le palestre non le stiamo utilizzando come aule didattiche, quindi le palestre da noi continuano a essere tali. Le associazioni con cui abbiamo avuto rapporti negli anni precedenti hanno fatto richiesta e hanno accettato i vincoli dati dal Ministero, per cui il Consiglio d’istituto non ha trovato nulla di ostativo per assegnare nuovamente loro gli spazi. AllU.S.Co. Gravina noi abbiamo scritto che se loro accettano queste condizioni il contratto si fa, quindi loro portano la richiesta al Comune e avviene il tutto. Le altre associazioni che già hanno accettato le condizioni hanno fatto il contratto con il Comune e sono andati. L’U.S.Co. Gravina invece ha detto che alcune cose non le voleva fare quindi lui non accetta le disposizioni del Ministero. È logico che loro devono rispettare i parametri previsti dalla legge. Alle associazioni che rispettano le disposizioni abbiamo concesso di allenarsi. L’U.S.Co. ha mandato una comunicazione in cui ha detto che loro fanno la sanificazione ma dobbiamo farla anche noi. Noi la facciamo ma dobbiamo ammettere che se loro trovano la palestra sporca è perché fanno attività alle 21 e prima di loro c’è un’altra associazione. Quindi quest’altra associazione doveva pulire prima che entrassero loro”.

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