Una brutta “caduta di stile” e niente più: il Catania di Rigoli non è guarito

Una brutta “caduta di stile” e niente più: il Catania di Rigoli non è guarito

CATANIA – Una caduta di stile. No, non di Paolucci: questa fotografia è soltanto simbolo di una squadra che è crollata su tutti i punti di vista. La scelta di questa azione non è casuale, perché è il momento che ha cambiato la partita. Anzi, che doveva cambiarla.

Paolucci si invola da solo contro Casadei e quasi lo salta, per evitare il contatto fa un balzo in avanti che però lo costringe a perdere l’equilibrio perché il fallo è troppo evidente. Rosso diretto, Virtus Francavilla in 10. Per 55′ minuti il Catania ha l’uomo in più con l’opportunità giusta per sbloccarsi in trasferta. Il primo tempo, però, termina troppo presto e il secondo tempo inizia male, finisce peggio. Zero tiri sotto lo specchio della porta.

Una vera e propria figuraccia del Catania in trasferta, ancora una volta, che interrompe la striscia positiva e subisce la seconda sconfitta stagionale dei rossazzurri, la prima fuori dalle mura amiche e la seconda per 1-0. Un ko esterno che non arrivava da ben 7 mesi: 17 aprile, Benevento-Catania. Anche lì fu 1-0.

Cosa si può analizzare di una partita partita già per il verso sbagliato? Non siamo degli allenatori ma ci chiediamo ancora la scelta di togliere Di Grazia ed inserire Calil, oppure la gestione dei cambi, o ancora la manovra di gioco. C’è qualcosa che non funziona, in trasferta il Catania è un ingranaggio che salta fuori dai sistemi. Le decisioni di Rigoli non lo ripagano per niente: il numero 7 rossazzurro è in pessima forma, non riesce a gestire un pallone e a servirlo. Il periodo negativo, che però dura da troppo tempo, è coniato e sostenuto da una scarsa presenza sotto porta accompagnata dall’errato uso della stazza fisica, che ha causato soltanto falli per il Francavilla. Barisic non cambia la partita ed è impalpabile, come tutti, sotto porta. Russotto in piena ombra, Di Grazia non entra mai in partita. Probabilmente perchè partita non ce n’è stata.

È strano e quasi anormale vedere in campo Russotto, Calil, Di Grazia e Barisic e nessuno in grado di far salire la squadra. È strano come Bastrini abbia sbagliato i tempi d’uscita, perdendosi quasi sempre Nzola. È strano come stavolta il centrocampo, a parte Mazzarani e qualche acuto di Biagianti e Bucolo, abbia girato a vuoto. Sarà stato il campo sintetico? Sarà stato l’entusiasmo del Francavilla? O, forse, sarà stata una pessima prestazione e basta? Non si dovevano cercare alibi, lo hanno detto prima Di Cecco e poi Rigoli prima della partenza verso Francavilla Fontana e non ci sono spazi liberi per le giustificazioni. Il tecnico rossazzurro, così come tutti i calciatori, non ne ha trovati ed è giusto così.

I tifosi sono infuriati, specie sui social figurano commenti dove letteralmente si vuole la testa di Pino Rigoli, o più garbatamente parlando l’esonero, accusato di non essere riuscito a gestire e motivare dei calciatori che con un uomo in più quella partita dovevano portarla a casa e che invece hanno perso, tra l’altro meritatamente. Il Francavilla ha giocato un buon calcio, ha trovato gli spazi e non si è fatto intimorire dal Catania, venuto in Puglia senza idee e senza quella pragmaticità che spesso contraddistingue la squadra. Punti che non andrebbero persi contro squadre di livello leggermente inferiore a quello del Catania ma che, in realtà, hanno dimostrato di essere superiori, ad esempio Fondi e Melfi, oltre ovviamente al Francavilla che però, ieri, ha giocato da grande e fa sognare i suoi tifosi. La squadra di Antonio Calabro, secondo il tecnico rossazzurro, “ha avuto più fame”: forse è il Catania che in realtà dovrebbe sbranare gli avversari.

Al secondo minuto di gioco Nzola fa vedere la sua prestanza fisica, “u bistiuni” (il bestione) direbbero i catanesi. Un giovane talento francese sbarcato in Puglia che ha fatto tremare la difesa etnea, già fragile di suo, e l’ha punita proprio allo scadere quando il match sembrva destinato sullo 0-0. Il Catania non ci prova, quasi non ci crede. Nel primo tempo si gioca alla pari ma il Francavilla è bravo a chiudere gli spazi impedendo agli etnei di sfruttare la profondità e costringendoli ad una manovra lenta. Serviva più velocità, probabilmente, ma vedendo l’impatto di Di Grazia sulla partita, forse nemmeno lui poteva fare qualcosa. Una partita simile fu quella di Vercelli, in Serie B, dove il Catania venne avvantaggiato da un’espulsione per i padroni di casa e passò anche in vantaggio: poi, però, finì 3-2 per la Pro Vercelli. Inspiegabile, davvero, il calo e la differenza che si è visto dalla partita del Catanzaro di una settimana fa. Prendiamo come spunto le parole di Russotto a fine gara: “Facciamo bene in casa e male in trasferta, dobbiamo lavorare su questo”. Ecco, questo è un lavoro che in realtà il Catania prova a fare da anni senza riuscita. Una maledizione esterna per i rossazzurri che ieri erano irriconoscibili. Non c’era l’idea di gioco ma, par contre, il Catania per lunghi tratti del secondo tempo ha schiacciato il Francavilla nella propria metà campo, senza però ambire a qualcosa di più di una semplice pressione. Ripartenze in contropiede vinte e stravinte dai padroni di casa che, grazie ad uno spirito di squadra e un entusiasmo mai affrontato prima dal Catania, hanno iniziato a crederci a venti minuti dalla fine con i rossazzurri che hanno smesso di giocare. Un altro deficit della squadra di Rigoli: dopo quasi 70′ si allenta la pressione nei confronti degli avversari e soltanto in alcuni casi il Catania spinge fino all’ultimo.

L'esultanza di tutti i calciatori del Francavilla dopo la rete di Nzola al 92°

L’esultanza di tutti i calciatori del Francavilla dopo la rete di Nzola al 92°

Nel nostro precedente appuntamento datato una settimana fa, parlavamo di un Catania semi-guarito ma per poterlo dire con certezza avremmo dovuto attendere la partita di ieri. Il risultato è che gli etnei hanno fatto un passo avanti e cento indietro: adesso la zona playoff è lontana 3 punti, quella playout distante solo un punto. La Fidelis Andria ha fatto lo scherzetto battendo il Matera e si è presa la decima posizione con 18 punti in graduatoria. Un passo indietro da parte di tutti e adesso bisogna fare quanti più punti possibili per arrivare ai playoff, come affermato dallo stesso Rigoli.

Questi punti, però, non possono essere portati a casa principalmente dalle parate di Pisseri che per distacco è fino ad oggi il miglior portiere della Lega Pro: ieri è letteralmente volato e ha arpionato tutti i palloni, tranne quello decisivo al 92′. Se l’avesse presa, i tifosi etnei avrebbero fatto una statua intitolata a suo nome. Veramente insuperabile, sempre presente ed è impossibile di settimana in settimana non elogiarlo poiché quelle quattro righe che vengono spese in suo favore non tardano mai ad arrivare perché mai le smentisce. Bisogna migliorare tante cose ma il migliore in campo, in trasferta soprattutto, non può essere sempre Pisseri.

Una sconfitta meritata, una caduta di stile piena di interrogativi che si ripresentano nel momento migliore dei rossazzurri e che non si sarebbero dovuti ripresentare, senza se e senza ma. Ci vorrebbero delle certezze, invece il Catania cade ancora una volta e si fa male.

Non tanto per la sconfitta ma per come è arrivata: domenica prossima appuntamento contro la Vibonese, in casa, sperando che lo scenario visto a Francavilla Fontana sia completamente diverso, poiché ne è sorto il bisogno.