CATANIA – Allegro, disponibile e dalla battuta pronta. Claudio Gregori, conosciuto dal grande pubblico come l’applaudito ed intelligente attore comico Greg, giù dal palco o a microfoni spenti non è diverso da quello che vediamo in tv o ascoltiamo in radio. Ritorna a Catania per l’anteprima nazionale di AgGREGazioni, spettacolo tratto dall’omonimo libro in scena questo fine settimana sul palco del Musco.
Lo incontriamo poco prima del debutto approfondendo alcuni aspetti della sua carriera.
AgGREGazioni il monologo tratto dal suo libro debutta in anteprima nazionale a Catania. Com’è nata la decisione di scegliere la nostra città come apripista teatrale?
“Da Pirandello a Vitaliano Brancati fino al grande Turi Ferro, Catania è un palcoscenico naturale dove esibirsi. Sono molto legato alla Sicilia, l’anno scorso ho curato la regia dello spettacolo di Mario Monterosso qui al Musco e quest’anno sono stato felice di ripetere quest’esperienza teatrale, perché mi sento a casa. Sono tra i sostenitori che la Sicilia sia la mamma della lingua italiana. Ritorno molto spesso a Catania non solo per lavoro, perché amo il fermento culturale e artistico che si respira in questa città che si nutre di teatro”.
Il suo spettacolo è un vero one man show che la vede protagonista assoluto di una storia molto particolare dove convivono o meglio si aggregano diversi generi.
“Rompo il ghiaccio con il monologo di Cechov, sconvolgendo il pubblico che non capisce il perché di quest’inizio fino ad addentrarci nella storia, con la ricerca da parte dell’investigatore Mellory, che nonostante il nome è italianissimo, del ragazzetto scomparso. È uno spettacolo in cui mi diverto molto, passo da un personaggio all’altro per una storia tragicomica che tra sorrisi e battute racconta, attraverso gli occhi disincantati di questo detective, l’animo umano”.
È difficile pensare a Greg senza Lillo, ormai per tutti siete una cosa sola, una vera coppia di fatto. Cos’è successo? Non è una separazione definitiva…
“La nostra coppia dura nel tempo, perché abbiamo deciso da subito di vivere ognuno i nostri spazi. Lillo durante l’anno gira tantissimi film, mentre io preferisco approfondire e vivere nuove esperienze teatrali e musicali senza ovviamente snaturare il nostro lavoro di coppia”.
Dal 2003 Lillo e Greg sono una vera istituzione a Radio Due. Cosa ricorda con maggiore affetto di quest’esperienza?
“La radio a differenza della televisione non ha molte rilevazioni dell’ascolto ma ci basiamo sull’email che ci arrivano, su fb e sulle reazioni della gente. Ricordo con piacere quando, due anni fa ci fu il serio rischio di chiudere il programma, si scatenò una vera e propria sommossa popolare dove è stato possibile toccare con mano il grande affetto del pubblico”.
Si parla sempre di crisi del teatro addirittura alcuni ben pensanti hanno detto che il teatro è morto. Cosa ne pensa?
“Il teatro rispetto ad alcuni anni fa sta vivendo una piccola crescita. A scuola sin dai primi anni dovrebbe esserci un’educazione tale da instradare il ragazzino alla cultura del palcoscenico, comprendendo sin da subito il lavoro che c’è dietro uno spettacolo fino ad inserirlo come materia di studio, così molta ignoranza e molte incomprensioni culturali tipiche del settore e di chi lo amministra potrebbero non esistere più o perlomeno diminuire”.
Dove la rivedremo prossimamente?
“Ci sono tante cose in cantiere. Da solo sto scrivendo un nuovo monologo e una commedia da fare con Lillo, una tragedia e un libro. Ho appena finito di registrare due dischi uno con i The Frigidaires e uno con rocking revenge, mentre con Lillo abbiamo finito di scrivere la sceneggiatura di un film”.